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Rifiuti, l'allarme dell'assessore: "Senza impianti pubblici troppa speculazione sui costi"

Mirella Letizia torna a parlare della realizzazione del digestore

Si torna a parlare della necessità di realizzare impianti pubblici per l'umido. A farlo è l'assessore all'Ambiente del Comune di Casal di Principe Mirella Letizia che affronta la delicata vicenda di settembre quando si bloccherà il termovalorizzatore di Acerra: "Sta rimbalzando in questi giorni l’idea che con il blocco per manutenzione del Termovalorizzatore di Acerra accada il disastro ambientale, paure latenti si diffondono tra i cittadini e opinioni deviate si consolidano. E’ per questa ragione che ci preme sottolineare che l'amministrazione comunale di Casal di Principe, così come del resto gran parte delle amministrazioni della Campania interessate dal blocco, si sono attivate sin da subito per trovare soluzioni alleggerendo le tensioni legate al mancato ritiro della frazione di secco indifferenziato. Nel frattempo la Provincia di Caserta e l'azienda provinciale, GISEC, che gestisce a Santa Maria lo STIR, l'impianto ove i comuni conferiscono il secco indifferenziato che, dopo un primo trattamento, viene trasferito al termovalorizzatore, hanno già predisposto un piano straordinario per evitare il blocco della raccolta del secco indifferenziato".

Ma il problema grosso, "quello che ci preoccupa - sottolinea la Letizia - non è certo lo smaltimento del secco indifferenziato ma la notizia di queste ore relativa al blocco del conferimento dell’umido, in un periodo dove la produzione si triplica. Le aziende hanno esaurito la loro capacità ricettiva e il rischio di avere l’umido in strada è serissimo. Altri Comuni campani già da settimane sono soffocati da questa assurda situazione che trova molto spesso nella non capienza degli impianti di smaltimento dell’umido logiche di speculazione economica e interessi privatistici. Molto spesso i Comuni si vedono raddoppiato il costo per tonnellata e questo non va sicuramente a favore dei cittadini che si potrebbero ritrovare una tariffa maggiorata legata all’aumento del costo del servizio di smaltimento".

Per l'assessore di Casal di Principe "la mancanza di centri di compostaggio pubblici, è, spesse volte, il motivo per cui si avvia la speculazione sui costi di conferimento. Le aziende private cui si è costretti a rivolgersi onde evitare di lasciare a terra la frazione di umido sono quelle stesse aziende che creano cartelli di costi. Aumenta la domanda aumentano i costi, logiche di mercato che non devono interessare il pubblico né tantomeno i cittadini! L’impegno profuso dai nostri funzionari, dell'assessorato all'Ambiente e dall’amministrazione tutta ha permesso di avviare una programmazione seria sui temi ambientali sui quali riflettere a livello provinciale prima che locale. Perché è facile fare analisi, ma difficile è trovare soluzioni che possano mettere insieme le istanze dei cittadini, i costi in bilancio, le scelte politiche e quelle tecniche, noi ci stiamo provando".

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