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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“Commissariate l’Idrico”. Dossier al prefetto per bloccare il voto

La lettera sulle irregolarità della convocazione del voto e della gestione

“Il Consorzio Idrico Terra di Lavoro è da commissariare”. A metterlo nero su bianco è un revisore dello stesso organismo guidato da un decennio da Pasquale Di Biasio e che tra 48 ore dovrebbe vedere rinnovare le proprie cariche, coi rappresentanti dei soci che dovranno votare per un’unica lista che vede proprio Di Blasio presidente, Carmine Palmieri di San Felice a Cancello vice presidente (anche lui uscente), Pietro Crispino di Marcianise, Mimmo Iovinella di Sant’Arpino e Vitaliano Ferrara di Sparanise a completare il cda.

"Gravi squilibri finanziari"

Ma il voto, secondo Vincenzo Piscitelli, il presidente del collegio dei revisori del Consorzio Idrico che ha presentato un vero e proprio dossier al prefetto di Caserta Raffaele Ruberto, sarebbe affetto da “gravi irregolarità”. In primis perché il Consorzio non ha mai convocato l’assemblea per l’approvazione del bilancio 2016 ed anche perché le finanze dell’organismo non sarebbero per nulla floride. Anzi. “In più occasioni dal 2013 - scrive Piscitelli - il collegio dei revisori ha rilevato nei verbali delle riunioni l’esistenza di gravi squilibri finanziari in progressivo peggioramento”. Una situazione grave anche per “le inadempienze da parte dei consorziati, i quali per motivi noti versano in gravi condizioni finanziarie”.

Idrico verso il dissesto

Un problema causato anche “dal fatto che l’organo gestionale ha ignorato a lungo e colpevolmente i numerosi indicatori di crisi aziendali, con conseguente peggioramento della situazione economica”. Ed il buco economico sarebbe davvero enorme. “La situazione a consuntivo dell’ente relativa all’esercizio 2017 - scrive Piscitelli - presenta una perdita d’esercizio pari a 16 milioni di euro” portando l’Idrico, di fatto, a versare “in un incontrovertibile stato di dissesto”.

I debiti milionari dei soci

A ciò vanno aggiunti i casi ‘speciali’ di soci (Comuni) morosi per somme ingenti. Come ad esempio i comuni di San Marcellino, Mondragone, Villa di Briano e San Cipriano. “I Comuni consorziati morosi non possono avere diritto al voto in assemblea per evidente contrasto di interesse” scrive ancora il presidente del collegio dei revisori. E tale situazione, secondo Piscitelli, avrebbe dovuto bloccare anche le convocazioni delle assemblee per l’elezione del vice presidente (Anacleto Colombiano è stato eletto lo scorso 12 aprile) e quella in programma tra 48 ore, il 20 aprile, per il rinnovo del consiglio di amministrazione. “Convocazoni nulle ed illegittime perché non prevedono contestualmente l’approvazione dei bilanci con il rinnovo del collego dei revisori". E spiega: “L’articolo 2400 del codice civile dispone che “i sindaci sono nominati per la prima volta nell’atto costituito e dall’assemblea. Essi restano in carica per tre esercizi e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della carica”.

"L'ente va commissariato"

Per questo motivo, secondo Piscitelli, “è di tutta evidenza che nel 2016, non è stato approvato il bilancio e neppure convocata l’assemblea per l’approvazione ed il rinnovo contestuale del collegio sindacale. Da tanto emerge ancor di più l’illegittimità delle convocazioni”. Sulla base di questa ‘mala gestio’, il presidente del collegio dei revisori chiede il commissariamento dell’organismo da parte della Prefettura di Caserta ed un intervento diretto da parte di Ruberto.

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