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Il docente casertano costretto a lasciare la Russia: “Fa male così”

Via dopo 11 anni: "In due ore mi sono trovato a dover abbandonare tutto quello che avevo costruito a Mosca"

Costretto a lasciare la Russia e fare ritorno in Italia dopo 11 anni. E' la storia di Giovanni Savino di Aversa, docente di Storia Contemporanea. Il professione si è visto costretto a scappare insieme alla sua famiglia a seguito della decisione di aprire un canale Telegram col quale diffondeva le verità sulla Russia.

Savino racconta la sua storia davanti alle telecamere di Rebus, programma di Rai 3: "Sono stati 11 anni in Russia e ho costruito la mia carriera accademica lì. Ho vissuto dall'interno l'evoluzione della Russia nell'ultimo decennio e ho visto le trasformazioni di quello che possiamo chiamare 'putinismo'".

Quindi sottolinea: "Quando è cominciata la guerra, visto che c'era e c'è ancora un'immagine stereotipata della Russia e anche dell'Ucraina, ho deciso di aprire il canale 'Russia e altre sciocchezze' nel quale non è che faccio chissà cosa. Prendo notizie da varie fonti russe, le traduco in italiano".

Ma sono iniziati i problemi: "Questo tipo di attività, unita a quella su Facebook, ha attirato l'attenzione di alcuni soggetti. Quindi con mia moglie abbiamo avuto una sorta di mini-consiglio di guerra per decidere cosa fare e, nel giro di due ore, mi sono trovato a dover lasciare tutto quello che avevo costruito nel corso degli anni a Mosca".

E conclude con parole cariche di amarezza: "Trovarsi di fronte a questo fa male. Fa male perché comunque è la fine di un mondo".

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