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Green Pass al lavoro: "Piccole imprese a rischio, ricadute su tutta la filiera"

Confindustria, Confesercenti e Confcommercio contrarie ai tamponi a spese delle imprese: "Vaccini unica strada per la ripresa". Confagricoltura spinge per riconoscere i sieri somministrati all'estero

Per la ripresa economica c'è una sola strada: quella dei vaccini. E' questa la posizione di Confindustria, Confesercenti e Confcommercio Caserta all'alba dell'introduzione del Green Pass obbligatorio nei luoghi di lavoro (che partirà da venerdì 15 ottobre) che rischia di paralizzare (o quantomeno rallentare) il comparto produttivo anche in Terra di Lavoro. E se da un lato c'è una tangibile preoccupazione sui possibili disservizi che ci saranno dall'altro le sigle del mondo imprenditoriale sono compatte nel dichiarare la propria contrarietà a far pagare i tamponi alle imprese "con un vaccino che è gratuito". Insomma, anche a Caserta, non si indietreggia di un centimetro.

Confindustria: "No ai tamponi a carico delle aziende"

"La situazione non è allarmante - fanno sapere dagli industriali - In Campania secondo una stima saranno circa 70mila i lavoratori sprovvisti di Green Pass, con una proiezione di 2-3mila sulla provincia di Caserta. Problemi ci saranno di certo da un punto di vista organizzativo con possibili rallentamenti legati ai controlli. Al riguardo si attendono ancora le linee guida dal Governo ma il sistema industriale campano e casertano non avrà particolari criticità". Quello che è certo è il fatto che le aziende non vogliono pagare i tamponi: "Nessuno dei nostri iscritti ci ha fatto pervenire questa volontà - ribadiscono da Confindustria - Chi deve lavorare deve avere il Green Pass. Il 2021 ha fatto registrare una crescita del Pil del 4,2 in Campania che è in scia al dato nazionale. Bisogna proseguire su questa strada con i vaccini". 

Confagricoltura: "Riconoscere vaccini stranieri"

L'entrata in vigore del Green Pass obbligatorio nei luogo di lavoro preoccupa Confagricoltura Campania che sottolinea che "è iniziata la stagione di raccolta della frutta, degli ortaggi autunnali e delle olive, e si sta ultimando la vendemmia, mentre fra pochi giorni partirà anche la campagna agrumicola e anche le normali attività aziendali rischiano di essere rallentate. Manca ancora l’emanazione del D.P.C.M. per la determinazione delle quote annuali di cittadini stranieri da ammettere in Italia per motivi di lavoro nel 2021, né sono stati ulteriormente prorogati per legge i nulla osta al lavoro stagionale e i permessi di soggiorno dei cittadini stranieri già presenti in Italia. Si sta aggravando ulteriormente l’endemica situazione di carenza di manodopera. Circa un terzo dei lavoratori in agricoltura (390.000 secondo INPS) sono stranieri, il 60% dei quali di provenienza extracomunitaria. Molti non sono vaccinati o hanno ricevuto vaccini ancora non riconosciuti dalle autorità sanitarie europee (sputnik, sinovac, etc.)". Per questo Confagricoltura chiede "un’accelerazione delle procedure europee per il riconoscimento degli altri vaccini". 

COSA SUCCEDE A CHI NON HA IL GREEN PASS

Confesercenti: "Piccole imprese più danneggiate"

Tra le imprese che rischiano i danni maggiori ci sono le piccole imprese. A lanciare l'allarme è la Confesercenti Provinciale di Caserta. "L'unica strada per la ripresa è il vaccino - sottolinea il presidente Salvatore Petrella - L'anno scorso si parlava di zone rosse e chiusure mentre quest'anno c'è una prospettiva di normalità e per questo passi che il datore di lavoro debba sostituirsi al controllo ufficiale. Noi auspichiamo nel buon senso da parte dei lavoratori perché in una piccola azienda anche una sola assenza può creare disagi e difficoltà. Per quanto riguarda i nostri iscritti, anche se i numeri reali li avremo solo da domani, non dovrebbero esserci particolari problemi. Quasi tutti sono vaccinati".

Confcommercio: "Allarme certificati medici per aggirare la norma"

Secondo le stime di Confcommercio, invece, tra i lavoratori delle imprese casertane c'è una forbice dal 5 al 15% di non vaccinati e quindi non in possesso del certificato verde. "Ci aspettavamo meno - commenta il presidente provinciale Lucio Sindaco - Molti nostri iscritti sono preoccupati anche di possibili certificati medici rilasciati da medici compiacenti per aggirare la norma. Di sicuro ci saranno problemi non solo per i dipendenti che non hanno il Green Pass ma anche su tutta la filiera che potrebbe subire battute di arresto. Si pensi ad esempio ai trasportatori. Addirittura, secondo quanto ci segnalano, ci sono anche dipendenti che stanno facendo scrivere alle aziende da fantomatici avvocati intimando l'accesso al lavoro anche senza Green Pass. Sarebbe assurdo. Il provvedimento del Governo - conclude Sindaco - Va nella direzione del preservare la salute pubblica e dei vaccini che sono uno strumento per contenere la diffusione del virus. Per questo pagare i tamponi ai dipendenti che non sono vaccinati è irrispettoso verso chi, e sono la maggioranza, ha scelto di vaccinarsi".

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