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Giovedì, 18 Aprile 2024
Attualità Castel Volturno

Forno crematorio, l’ombra del “regista occulto dietro esposti all’Anac”

Dimitri Russo: "Prima del nostro intervento il nuovo cimitero era la più grande vergogna di Castel Volturno. Sono certo della legittimità politica degli atti compiuti durante il mio mandato"

Il 29 luglio il consiglio comunale di Castel Volturno sarà chiamato ad esprimersi sull’ampliamento del nuovo cimitero, sulla realizzazione del tempio di cremazione e sulla proroga della concessione ritenuta illegittima dall'Anac (l'Agenzia nazionale anti corruzione). "Sono atti compiuti durante il mio mandato da sindaco e di cui non solo sono certo della legittimità politica, ma di cui sono orgoglioso - afferma l'ex primo cittadino Dimitri Russo - Prima del nostro intervento il nuovo cimitero era la più grande vergogna di questo comune: cani randagi, sterpaglia, chiesa in rovina, un immobile mai completato, degrado diffuso. Anche Striscia la Notizia ne parlò".

"L’ultima variante al progetto - aggiunge l'ex sindaco - ha introdotto una serie di miglioramenti architettonici, di innovazioni tecnologiche e di servizi all’avanguardia che hanno riguardato l’intero complesso cimiteriale, nell’ambito di un unico, grande intervento di riqualificazione. Da un corpo estraneo alla città, da una struttura fatiscente che mostrava delle forti carenze igienico-sanitarie, è sorto un luogo in cui non è più offesa la dignità di chi vi è sepolto, che esalta la memoria collettiva, attento ai sentimenti religiosi e culturali e alle esigenze economiche della comunità. Abbiamo ottenuto la completa ristrutturazione dell’edificio posto all’ingresso del complesso per un importo lavori di 265mila euro; la ristrutturazione della cappella, con la risoluzione del problema delle infiltrazioni d’acqua in caso di pioggia; il rifacimento dei viali interni, la manutenzione della struttura, il servizio di polizia mortuaria e tanto altro, tra cui il forno crematorio. Basta ricordare com’era e come è oggi. Tutto questo senza investire un solo euro dei contribuenti. E poi, grazie a quella variante, Castel Volturno è diventa una città pioniera nella pratica della cremazione, inaugurando il primo tempio della provincia di Caserta".

Per Dimitri Russo le varianti in corso d’opera, su cui oggi l’Anac getta ombre, "si sono rese necessarie perché l’ampliamento del cimitero era stato inserito nel Piano triennale delle opere pubbliche già nel 2004: se lo avessimo realizzato così com’era stato concepito, avremmo eretto l’ennesima cattedrale nel deserto, senza nessuna rispondenza al mutare delle esigenze della comunità. Non ce la siamo sentita di aggiungere semplicemente dei loculi e lasciare tutto quello schifo a vista: abbiamo percorso, con determinazione, la strada del partenariato pubblico-privato, raggiungendo, a mio avviso, un risultato straordinario per la città. È l’opera pubblica, ripeto, di cui più sono orgoglioso. È stato un lavoro complesso e articolato, condotto in team da tutta l’amministrazione, soprattutto da parte di Peppe Scialla che aveva la specifica delega. E il tempo ci ha dato ragione. Oggi, la necessità di gestire al meglio il cimitero ha innescato un meccanismo virtuoso che ha elevato la qualità dei servizi offerti. Non solo, le risorse che il Comune ha risparmiato nei lavori di qualificazione e di manutenzione e gli aggi che sta incamerando (oltre 200mila euro dalla messa in opera del crematorio) sono stati dirottati in quei settori di pubblica utilità in cui eravamo carenti. Insomma, il cimitero da regno dell’incuria è diventato un simbolo di riscatto per i castellani e di risorse finanziare per il Comune, peccato gestite da questi incapaci".

Secondo l'ex sindaco di Castel Volturno c'è qualcuno che "ha interesse a rovinare una pagina di buon governo della città", "un regista occulto dietro agli esposti anonimi che hanno sollecitato l’Anac ad esprimersi. "Ciò che mi fa più male è che le autorità sovracomunali, come appunto l’Anac, prendono per buone queste denunce fatte da vigliacchi e codardi, senza contestualizzare, senza verificare dal vivo, se un’opera pubblica è stata per davvero utile alla collettività o, invece, è stata l’ennesimo intervento per spendere soldi pubblici e arricchire l’amministratore corrotto di turno - dichiara Dimitri Russo - L’Anac ha scritto che la variazione di progetto che ha previsto il forno crematorio, la manutenzione e il servizio di polizia mortuaria, non è stata correttamente motivata e non in armonia con la progettazione iniziale che prevedeva l’aggiunta di nuovi loculi. E che le circostanze dell’incremento demografico e della impossibilità di tanti cittadini (immigrati) di pagarsi una degna sepoltura, non possono comunque ritenersi direttamente connessi alla natura o specificità dei loculi o delle cappelle gentilizie oggetto degli interventi oggetto di concessione. Come se il formo crematorio l’avessimo previsto per fare le pizze!".

"E poi, mi chiedo, come amministrazione avevamo facoltà, diritto e potere di creare un forno crematorio (l’abbiamo tolto dal piatto a molti comuni limitrofi) e la legge imponeva che deve essere realizzato necessariamente nel cimitero. Ebbene, dove l’avremmo fatto? Sul terreno in cui il concessionario stava realizzando i nuovi loculi? No. Allagare il perimetro del cimitero? No, il dissesto in corso non consentiva l’esproprio. Secondo l’Anac dovevamo fare un nuovo bando, per ragioni di concorrenza. Ok, e dove l’avrebbe costruita la ditta vincitrice? Su quale terreno all’interno del cimitero? E se per assurdo avessimo davvero fatto un nuovo bando, ignorando queste circostanze oggettive, concrete e di fatto, oggi saremmo di certo ancora a fare conferenze di servizi, a chiedere pareri o ad aspettare l’esito della gara alla SUA del Provveditorato delle opere pubbliche. Senza alcun dubbio. La scelta di farlo fare al privato che stava realizzando i nuovi loculi oltre che politicamente e concretamente legittima era anche la più logica, sensata, economica, vantaggiosa e di buon senso, qualità che mancano a questi organismi che hanno solo appesantito ancor più le procedure burocratiche!", conclude l'ex primo cittadino di Castel Volturno.

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