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Felicori story: la parabola del direttore che "lavora troppo"

I tre anni del manager bolognese alla Reggia di Caserta tra aumento dei visitatori e scontri coi sindacati

E' stato ribattezzato "il direttore che lavora troppo". Mauro Felicori, 66 anni da Bologna, è arrivato come una specie di "alieno" a Caserta. Era ottobre del 2015 quando il manager proveniente dal Comune di Bologna ha messo piede in quella che sarebbe stata per tre anni la sua nuova casa: la Reggia di Caserta.

Dopo pochi mesi dal suo arrivo nel capoluogo il direttore, nominato da Franceschini, fu al centro di una nota dei sindacati che lo accusarono di "trattenersi oltre l'orario di lavoro nei suoi uffici". Un errore di comunicazione, sicuramente, ma che ha dato a Felicori la palma di stanakovista con l'attenzione dei media, anche internazionali, sulla Reggia di Caserta. Un'attenzione di quelle che non si vedevano da tempo e che ha portato al plesso vanvitelliano in poco tempo migliaia di turisti che non mancavano di esprimere la propria solidarietà al direttore "operaio", attrazione nell'attrazione. E allora Felicori rilancia: "un milione di visitatori", da raggiungere prima della fine del mandato. Un annuncio coraggioso che arriva in pompa magna durante la visita di Matteo Renzi, primo ministro, a Caserta. 

L'effetto Felicori, così chiamato dagli stessi operatori del settore, dà i suoi frutti. In quasi tre anni le visite crescono: da poco meno di mezzo milione si arriva agli 850mila visitatori dello scorso anno. Gli incassi aumentano ed a Caserta si comincia a parlare di turismo sul serio: con i numeri ma anche con le critiche alle infrastrutture. 

Nei suoi tre anni l'attenzione ai numeri è stata costante, con le Domeniche al Museo, con gli ingressi gratuiti alla Reggia, da record. Ma non solo i numeri. L'effetto Felicori si è tradotto anche nelle stagioni della lirica alla Reggia, nelle regate Oxford - Cambridge, nelle mostre temporanee e quelle permanenti (Terrae Motus), nel treno storico. Iniziative per riportare la Reggia all'attenzione d'Italia e del mondo.

Più le visite crescono e più aumentano le opposizioni sullo stato della Reggia, sulla cattiva gestione della maggiore mole dei visitatori, sui controlli ed il degrado all'interno del parco. Una sorta di nostalgia "d'ancien regime", come se davvero mancassero le chiavi date a Cosentino. E per chi attendeva "la toppa" c'è stata: il crollo di un soffitto nella "Sala delle Dame". Una macchia. 

Oggi è arrivato il pensionamento e nemmeno come un fulmine a ciel sereno. La legge sulla quiescenza obbligatoria per limiti di età esisteva già all'epoca della nomina di Felicori a manager della Reggia. La carta d'identità era nota al ministero. Eppure il contratto da direttore del Palazzo Reale casertano era della durata di 4 anni con Felicori che sarà costretto a lasciare il sito con un anno d'anticipo. Dura lex, sed lex.  

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