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Lite e vigili in aula: il caso arriva sul tavolo del ministro dell'Interno

Interrogazione parlamentare sull'intervento degli agenti in consiglio comunale chiamati da Angela Letizia che hanno spinto Alessandro Tartaglione ad appellarla "fascista"

Il furente scontro che ha visto protagonisti il presidente del consiglio comunale di Marcianise Angela Letizia ed i consiglieri di opposizione Dario Abbate ed Alessandro Tartaglione arrivano sul tavolo del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Il fatto è avvenuto nel consiglio comunale del 23 luglio scorso, quando la Letizia chiese l’intervento in aula della polizia locale per “placare gli animi” durante una discussione con Abbate; vedendo gli agenti, Tartaglione chiese spiegazioni del loro intervento e la Letizia spiegò che li aveva allertati lei. A quel punto, l’ex candidato sindaco si alterò appellando la presidente e la maggioranza che la difendeva col termine “fascisti”.

La vicenda è stata portata all’attenzione del prefetto di Caserta Raffaele Ruberto dagli stessi consiglieri comunali di minoranza ed ora è arrivata anche sul tavolo del ministro dell’Interno. Il deputato di Leu Federico Conte ha infatti presentato una interrogazione sulla vicenda.

“Il 27 luglio i consiglieri di minoranza del Comune di Marcianise - scrive il parlamentare - hanno indirizzato una lettera al prefetto di Caserta Raffaele Ruberto con l’obiettivo di rappresentare attenzione dell’autorità territoriale di governo di un episodio grave avvenuto nel corso di una seduta del consiglio comunale, a sua volta indicativo di un clima che rende complesso l’esercizio democratico del ruolo di opposizione nell’assemblea cittadina In particolare i consiglieri comunali di minoranza denunciano la circostanza dell’ingresso all’interno dell’emiciclo del civico consesso di due agenti di polizia municipale chiamati dalla presidente del consiglio comunale, come poi espressamente dichiarato, “per far abbassare la voce” ad un consigliere comunale di minoranza”.

Conte ricorda come “i consiglieri denunciano “l’enorme gravità del fatto” visto che “nessun luogo della democrazia, così come l’area riservata ai consiglieri comunali, può essere violato dalla forza pubblica armata se non per casi di ordine pubblico una volta sospesa la seduta ed a protezione degli stessi membri del consiglio comunale”. Si tratta, con tutta evidenza, di un episodio molto grave che confida una ipotesi di intimidazione e di censura rispetto al diritto dei consiglieri di minoranza di esercitare in libertà e coscienza il proprio ruolo istituzionale. L’episodio citato, ad avviso dell’interrogante, rappresenta una grave censura della libertà di mandato dei consiglieri comunali di minoranza dentro un’assemblea elettiva di rappresentanza territoriale.

Per questo il deputato chiede di sapere “se e quali iniziative si intendano assumere in relazione alla segnalazione dei consiglieri comunali, in considerazione della necessità di verificare la persistenza delle condizioni di equilibrio, imparzialità, tutela della prerogative della minoranza. E rispetto del principio di legalità democratica nella gestione dell’ente locale.

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