L'ex sindaco 'urla' sulla campagna elettorale e ha frecciate per tutti
Velardi: "Ci avevano detto che avevamo la rogna, ora ci dicono che possiamo stare nelle loro squadre e ci hanno candidato dall'una e dall'altra parte". E su Lina Tartaglione: "Disse 'no' all'assessorato adducendo di non avere tempo"
Alla fine ha fatto un passo indietro perché le condizioni per arrivare almeno al ballottaggio non c'erano. Squadra 'esigua' e scarso supporto. Ma a questa campagna elettorale a Marcianise non poteva mancare il suo contributo. Antonello Velardi getta benzina sul fuoco delle polemiche tra i candidati sindaco Antonio Trombetta e Lina Tartaglione e lo fa a suo modo, non risparmiando frecciate a nessuno.
L'ex sindaco se la prende con chi l'ha criticato anche in questi ultimi mesi: "Ci avevano detto che la mia amministrazione non aveva più il contatto con la città e che Marcianise era stufa della nostra azione. Ora ci dicono che vanno in giro, casa per casa, e ogni volta la gente chiede 'Ma perché Velardi non si è candidato?'. E ci dicono anche che si rischia un significativo astensionismo. Ci avevano detto che non andava bene il Puc adottato e in via di approvazione perché, perché, perché. Ci dicono che adesso approveranno il Puc, e lo faranno presto. Ci avevano detto che le opere da noi messe in campo non andavano bene perché i marcianisani non possono subire disagi. Ci dicono ora che le stesse opere verranno riprese e realizzate".
E sottolinea: "Ci avevano detto che chi faceva parte della mia amministrazione aveva la rogna e doveva stare alla larga perché era infettivo. Ci dicono ora che gli assessori possono invece candidarsi e li hanno candidati, dall’una e dall’altra parte. Ci avevano detto che i 'velardiani' sono sporchi, brutti e cattivi e che non li avrebbero mai tenuti in squadra, anche perché non avevano né le borse Louis Vuitton né i vestiti all’ultima moda. Ci dicono ora che possono stare nelle loro squadre anche se non vanno in palestra e dall’estetista ogni giorno perché è un peccato veniale. Ci avevano detto che solo un pazzo si interessa del cimitero perché i morti ormai sono morti, e quel pazzo sarei stato io. Ci dicono ora che per prima cosa si interesseranno del cimitero perché, così com’è, è vergognoso. Ci avevano detto che avevano dieci, quindici, cento liste di candidati e che con noi non era rimasto nessuno. Ci dicono ora che non hanno né dieci, né quindici, né cento liste; e ci chiedono per cortesia di chiedere a quelli che stavano con noi se – sempre per cortesia – possono andarsi a candidare con loro. Ci avevano detto che con noi la città era sporca. Ci dicono ora che la città è diventata sporca con il commissario e loro faranno in modo che tornerà ad essere pulita".
Poi rincara la dose: "Ci avevano detto tante cose. Non solo ce le avevano dette, le avevano anche denunciate. Cioè hanno preparato le denunce e le hanno mandate agli organi inquirenti. Alcune con i loro nomi e cognomi, alcune altre con i nomi e cognomi dei loro complici, alcune altre in forma anonima ma è come se le avessero firmate (perché basta vedere chi sono gli avvocati, chi sono gli amici degli avvocati e chi sono gli amici degli amici degli avvocati). Ci avevano detto che avevamo fatto solo “schifezze”. Ci dicono ora, anzi no, non ci dicono proprio niente".
Quindi ricorda un episodio della sua seconda amministrazione: "Sì, ci avevano dette tante cose. Una fesseria grossa ce l’aveva detta la candidata sindaco, la dottoressa Lina Tartaglione, che aveva respinto la nostra proposta di essere nominata assessore nella mia passata amministrazione adducendo la mancanza di tempo. Il marito, l’avvocato Angelo Golino, a rischio di apparire ventriloquo, ci aveva detto che la dottoressa non se la sentiva e infatti poi si è assentata tante volte in consiglio comunale e nelle commissioni. Ci dicono invece oggi, la dottoressa e l’avvocato, che ci tengono molto a dare il loro contributo per il cambiamento della città e che faranno il possibile e l’impossibile con il loro impegno".
Poi conclude: "Ci dicevano tante cose. E ora non sanno che cosa dire, cioè possono dire solo l’incontrario di ciò che avevano detto allora. Ovviamente noi speriamo vivamente che quelli che dicevano allora riescano ora a fare tante cose belle. Tante e belle, per la città che è poi la mia città. Io mi auguro che ci riescano davvero, che Marcianise progredisca, che la nuova amministrazione sia migliore delle due mie; perché solo migliorando si cresce. Dimenticavo, c’è una cosa che allora loro dicevano e dicono anche oggi. Una sola, e cioè che loro fanno tutto per il bene della città, che Velardi pensava solo ai fatti suoi, che loro hanno fatto politica mai per convenienza e sempre per il bene comune. Che loro e le loro famiglie dalla politica politicante non hanno avuto mai nessun vantaggio. La città ci dirà, decidendo come andare a votare o anche solo astenendosi, che cosa ne pensa. Resta per me la misera consolazione – misera, molto misera – che, dopo aver detto e scritto tutto di me con la violenza dei peggiori cavernicoli, ora non sanno far altro che parlare ancora di me. L’assenza è più rumorosa di una fragorosa presenza, spiegherebbe loro l’analista (se avessero il coraggio e l’intelligenza di rivolgersi all’analista, per come sono combinati)".