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Regionali 2020. Tamburro: "La lotta alla povertà si fa con l'inclusione"

Il candidato di Forza Italia attacca l'assistenzialismo che nega la dignità e scambia diritti per favori

"La politica di sostegno a favore delle persone meno abbienti è fallimentare. Ed è ora di denunciare che l'assistenzialismo messo in atto fino ad oggi è politica del potere, del clientelismo, di diritti fatti passare per favore concesso in cambio di qualche cosa". Così Giuseppe Tamburro, candidato alle prossime elezioni regionali nella lista di Forza Italia a sostegno di Stefano Caldoro, attacca le scelte politiche messe in atto negli ultimi anni. E aggiunge: "E' un ricatto che ogni giorno si consuma indisturbato nella nostra Regione e nella nostra provincia a danno della dignità delle persone e che, in questo momento storico, risulta ancor più devastante e pericoloso dell'emergenza Covid-19".

L'avvocato Giuseppe Tamburro, dirigente nazionale del Banco delle Opere di Carità che da quindici anni siede ai tavoli consultivi di programmazione, nazionale ed europea, per il contrasto alle diseguaglianze sociali, per lo sviluppo di attività a favore delle persone indigenti, della sussidiarietà e dell'integrazione sociale, spiega le criticità in tre punti: "La nostra Regione, e la provincia di Caserta in particolare, hanno già meritato il primato in Italia per numero di richieste del reddito di cittadinanza pervenute e concesse. E oggi, giusta o sbagliata che sia stata la manovra sbandierata come la panacea contro la povertà, chi aveva goduto del RdC si vede ad un passo dalla scadenza del sussidio senza che nulla sia cambiato nel frattempo. E il fallimento della figura dei tutor e dei centri per l'impiego preposti alla collocazione o ricollocazione lavorativa dei soggetti è cosa tristemente nota. Le statistiche ci riferiscono un aumento esponenziale di famiglie in difficoltà anche tra i ceti medi, gli insospettabili insomma, costretti a ricorrere agli aiuti messi in campo da associazioni, parrocchie, Banco Alimentare, anche solo per mettere il piatto a tavola. La già drammatica condizione economica della nostra Regione e della nostra provincia ha visto la mannaia dell'emergenza Covid-19 abbattersi su piccoli commercianti, imprenditori, ristoratori e lavoratori del comparto turistico-alberghiero che negli ultimi anni avevano intravisto speranze di ripresa con l'aumento del turismo. E oggi la conta dei danni si fa sul numero di saracinesche calate per sempre, di aziende fallite e cassintegrati, e di alberghi e B&B che si contendono a suon di ribassi quei pochi clienti del settore business che ancora viaggiano nonostante il dilagare dello smart working. In Europa abbiamo già affrontato la vera soluzione al problema, e ciò prima che la pandemia Coronavirus cambiasse gli scenari mondiali, e questa soluzione si chiama inclusione sociale, sinonimo di lotta all'assistenzialismo e a tutto il marcio che gli ruota intorno".

L'avvocato Tamburro conclude con una certezza e un impegno: "Solo con l'inclusione sociale, ai fondi europei e regionali, e grazie al lavoro di rete del Terzo Settore, riusciremo a trovare una quadra che permetterà alle persone di essere incanalate in una serie di servizi dedicati che gli permetteranno di uscire dalle situazioni di bisogno. Perché è chiaro che il pacco alimentare, per esempio, è solo il primo passo per affrontare le difficoltà delle persone, ma è soprattutto il primo incontro con il disagio delle persone, la prima possibilità di entrare nelle case e nelle vite delle famiglie che poi andrebbero affidate ai centri di ascolto preposti a dare risposte concrete in termini di lavoro, di formazione, di inclusione. Su questo fronte anni fa Caserta e le sue città d'Ambito erano l'esempio da seguire, il fiore all'occhiello d'Italia per l'eccellente lavoro di ascolto e di inclusione sociale messo in campo. Ma oggi quel 'modello Caserta' è svanito. Al suo posto impera l'assistenzialismo occasionale e nessuna progettualità per il futuro. A tutto questo è urgente porre un freno, a partire dai tavoli decisionali della Regione Campania dove, qualora eletto, proporrò innanzitutto un censimento dettagliato che spacchetti i numeri aridi di cui disponiamo oggi e li trasformi in specifiche aree di difficoltà, di richieste, affidandoli a professionisti del Terzo Settore che se ne facciano carico a seconda delle risposte, umane e lavorative, necessarie ad ogni persona nella sua esclusiva specificità. Questo significa collocazione e formazione a seconda delle richieste del mercato del lavoro, questo significa inclusione e rispetto dalla dignità".

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