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Tre sindaci casertani firmano documento contro l'ampliamento del termovalorizzatore

Ribadita la ferma contrarietà alla realizzazione della quarta linea dell'impianto a San Vittore del Lazio

Un documento per ribadire il no all'ampliamento del termovalorizzatore di San Vittore del Lazio e la necessità di interlocuzione e mediazione con la Regione e Roma Capitale. E' quanto redatto dalla Consulta allargata dei sindaci del Lazio Meridionale, alla quale hanno preso parte anche i primi cittadini di tre comuni della provincia di Caserta: Andrea De Luca (Mignano Monte Lungo), Emilia Delli Colli (Rocca d'Evandro) e Antonio Vacca (San Pietro Infine).

Oltre alla ferma contrarietà alla realizzazione della quarta linea dell'impianto di termocombustione, si punta a programmare e concordare, con la giunta Zingaretti e l'amministrazione Gualtieri, indirizzi e iniziative che evitino nuove servitù a favore di Roma e a carico del sud della provincia di Frosinone. L'obiettivo, ovviamente, è anche quello di modificare il Piano di rifiuti del Lazio e costituire enti di gestione degli Ato regionale a cui affidare il relativo ciclo.

All'incontro, fissato dal primo cittadino di Cassino Enzo Salera su richiesta della collega di San Vittore Nadia Bucci, hanno preso parte in presenza anche i sindaci del cassinate, i consiglieri regionali Pasquale Ciacciarelli (Lazio) e Giampiero Zinzi (Campania) ed Enzo Corigliano, presidente del Comitato per la tutela ambientale, la valorizzazione e la promozione paesaggistica dei territori del cassinate, basso Lazio e ciociaria e Feudo Bosco Vandra. In collegamento da romoto, invece, i consiglieri regionali Francesca De Vito (Lazio) e Maria Muscarà (Campania) e la deputata casertana Margherita Del Sesto.

"Dalla riunione, cui hanno partecipato tanti sindaci in rappresentanza di circa 50 mila cittadini - riepilogano dal Comune di San Vittore del Lazio - è scaturito un documento condiviso all’unanimità con il quale oltre a ribadire il fermo dissenso ed i motivati pareri negativi dei Comuni aderenti alla Consulta che hanno partecipato al procedimento di via Paur, si è ribadita la necessità di attivare tutte le iniziative possibili per l’interlocuzione e la mediazione con la giunta della Regione Lazio ed il suo presidente, nonché con la nuova amministrazione di Roma Capitale, anche nella prospettiva della modifica ed aggiornamento del Piano dei rifiuti della Lazio e della costituzione degli Enti di Gestione degli Ato regionali, cui sarà affidato il ciclo dei rifiuti".

"È sotto gli occhi di tutti l’inadeguatezza del Piano gestione rifiuti del Lazio approvato nel 2020, in ragione delle inadempienze e dell’inefficacia delle attività posto in essere da Roma Capitale che produce i due terzi dei rifiuti di tutto il Lazio e che ha fallito tutti gli obiettivi di RD e di gestione dei rifiuti nel suo territorio - aggiungono - Le criticità nella gestione del ciclo dei rifiuti nel Lazio, ascritte alla responsabilità di Roma Capitale sono ricadute e ricadono sulla provincia di Frosinone, ed in particolare sui comuni dell’area del basso Lazio nella quale sono presenti gli impianti di discarica, trattamento meccanico-biologico e termovalorizzazione che hanno supplito all’insufficienza impiantistica dell’area metropolitana di Roma Capitale e supportano ormai da diversi anni il fabbisogno capitolino".

"Appare, peraltro, facile prevedere che anche nel prossimo quinquennio, nelle more della realizzazione dei nuovi impianti di gestione del ciclo dei rifiuti nell’area di Roma Capitale, ammesso che ciò avvenga - concludono - la provincia di Frosinone continuerà a sopportare le ricadute negative della carenza impiantistica dell’Ato di Roma, che hanno comportato l’insufficienza impiantistica della stessa provincia di Frosinone, laddove fino allo scorso anno era invece perfettamente autosufficiente".

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