Disabili lasciati senza riabilitazione, rabbia dei familiari: "Siamo stati abbandonati"
La struttura dove vengono effettuate le attività 'occupata' da quella per gli screening Covid: "Si può spostare nel vicino ospedale modulare"
Disabili penalizzati. Succede a Caserta dove le riabilitazioni e tutte le attività connesse alla cura di persone con disabilità sono sospese in quanto il plesso dell'Asl dedicato, in via De Falco, è 'occupato' dalla struttura per gli screening Covid.
Lo hanno denunciato in una lettera i familiari delle persone disabili. Il servizio sarebbe dovuto riprendere a luglio. Due settimane fa le 11 famiglie, che si recano in 'accoglienza diurna' presso il centro dell'Asl, sono state sottoposte a tampone in vista della ripresa delle riabilitazioni ma anche di tutte le attività sociali che vengono svolte. Tutti sono risultati negativi ma nei giorni scorsi la doccia gelata. "Ci hanno detto che le attività non possono riprendere", confermano i familiari a Casertanews. Il motivo è legato al fatto che nei locali adiacenti a quelli dove si svolgono le riabilitazioni si effettuano gli screening per il Coronavirus ed essendo l'ingresso unico per i poveri pazienti non è possibile l'ingresso.
"Il perdurare di questa situazione inficia oltremodo sulla quotidianità dei nostri ragazzi e delle famiglie che in molti casi sono risultate impossibilitate ad uscire dalle proprie abitazioni - si legge nella missiva delle famiglie che chiedono - con la massima urgenza e comunque non oltre il mese di agosto di delocalizzare le attività di screening Covid in altra sede, tenuto conto che nelle vicinanze della struttura è allocato l’ospedale modulare appositamente costruito dalla Regione Campania".
"Mentre al Parlamento si legifera sulla figura del “caregiver” familiare - dicono ancora - che si occupa a tempo pieno del disabile qui a Caserta siamo ancora più penalizzati perché siamo completamente abbandonati, la cooperativa si era data disponibile per un rientro parziale anche facendo delle turnazioni per non creare troppi disagi ai nostri figli. Siamo stanchi e non vorremmo essere costretti ad azioni eclatanti per ottenere i diritti fondamentali per noi e i nostri figli. Contiamo su di una rapida soluzione della problematica", conclude.