rotate-mobile
Attualità San Tammaro

Terremoto alla Fondazione Carditello: si dimette il direttore

Scontro col presidente sulla gestione: addio anticipato di Formato. E c'è chi pensa ad una lettera al ministro

Tre anni e mezzo dopo c’è l’addio. Roberto Formato ha presentato le proprie dimissioni da direttore della Fondazione Real Sito Carditello. Piemontese di nascita, 56 anni, con un passato da dirigente al Turismo della Regione Campania ed alla Provincia di Napoli, Formato era arrivato alla Fondazione di San Tammaro nel luglio 2018, scelto dall’allora consiglio di amministrazione tra 40 candidati. Formato è stato sicuramente tra i protagonisti del “piccolo miracolo” di Carditello, che in pochi anni è tornato ad essere un’attrazione turistica dopo essere stata abbandonata per anni. Ma questo, a quanto pare, non è bastato per fargli proseguire la strada. E’ stato lo stesso docente universitario ad annunciare le sue dimissioni, seguite ad una valutazione negativa espressa dal presidente della Fondazione in ottica del possibile rinnovo del contratto in scadenza a giugno 2022. Un vero e proprio terremoto che ha già spinto alcune cooperative ed organizzazioni a mettersi in moto per una raccolta firme da inviare al ministro Dario Franceschini per cercare di bloccare l'addio.

I problemi di Carditello

“A Carditello ci sono anche dei problemi - ha commentato Formato - che ho evidenziato nella mia relazione al Consiglio di Amministrazione svoltosi il 20 dicembre scorso. La gestione della bellissima mandria dei cavalli Persano e la necessaria assicurazione di un servizio di vigilanza 24 ore su 24 generano un importante disavanzo strutturale che non è coperto dai contributi dei Fondatori. Il personale in organico alla Fondazione non dispone inoltre delle necessarie competenze per affrontare le nuove importanti sfide che attendono il sito nei prossimi anni. Di questo ho inteso parlare con il presidente della Fondazione (Luigi Nicolais, nda) nei giorni scorsi, inquadrando la fine del mio mandato, a fine giugno 2022, e il suo eventuale rinnovo, quale punto di svolta per affrontare tali criticità, attraverso strategie di rafforzamento delle entrate strutturali e del personale. Le prime a mio avviso dovrebbero provenire soprattutto dalla vendita di biglietti e servizi a pagamento, oltre che dall’attrazione di sponsor, mentre per le seconde è necessario imprimere una svolta, attraendo le migliori risorse presenti sul mercato”.

La reazione negativa del presidente

La risposta, però, non è stata quella che Formato si attendeva. “Il Presidente ha espresso una valutazione negativa sui risultati ottenuti in questi tre anni dalla Fondazione, basandola su due considerazioni. La prima legata al presunto ritardo dei lavori di restauro; la seconda proprio all’insofferenza del personale. Ora, è necessario sapere che l’attuale fase dei restauri, svolta con tutte le limitazioni imposte dalla pandemia, non è in capo alla Fondazione, ma al Segretariato Regionale del MIC, cui compete la direzione e l’attuazione dei lavori, rispetto ai quali la Fondazione è un beneficiario finale. Non ha alcun senso collegare la performance del Direttore all'azione di un soggetto terzo che non risponde al suo mandato né in maniera diretta che indiretta. La considerazione mi è apparsa del tutto pretestuosa. Diverso sarà per i lotti successivi, il cui avvio è tuttavia vincolato alla conclusione dell’attuale fase. La gestione del personale, al contrario, è competenza totale del direttore, rispetto alla quale al Presidente non è consentito di interferire, ma valutarne esclusivamente il risultato finale dal punto di vista organizzativo. Il problema è che il personale originariamente selezionato dalla Fondazione era, a mio avviso, largamente privo delle competenze ed esperienze necessarie a gestire un processo di restauro e valorizzazione così importante. Per questa ragione ho gradualmente cercato di sopperire avvalendomi di importanti competenze esterne, solo attraverso le quali è stato possibile raggiungere i risultati sopra illustrati. Tutto questo senza gravare sui costi della Fondazione, perché sostenute da importanti progetti da me personalmente elaborati ed ammessi a finanziamento”.

L'addio anticipato

Per il direttore “l’ingresso di persone nuove ed esperte ha generato la reazione dei dipendenti originari, che ha trovato l'inopportuno sostegno del presidente, cui erano originariamente legati. Preso comunque atto della valutazione negativa dei risultati da me conseguiti, espressa a valere su tali due aspetti, e trovandomi in totale dissenso con tale valutazione, che incrina peraltro il rapporto di reciproca e personale stima e fiducia con il presidente, ho inteso anticipare la conclusione del mio contratto, rassegnando, con il preavviso dovuto, le dimissioni dalla carica di direttore”.

La stoccata del direttore

Infine la stoccata: “Sono convinto che l’esercizio arbitrario della politica e del potere, non supportato da un imparziale sistema di misurazione e valutazione dei risultati effettivamente ottenuti, rappresenti un grave limite alla crescita del paese, e soprattutto, ma non solo, del nostro Mezzogiorno, e lo esponga, come nel mio caso, agli umori e ai capricci dei potenti di turno. Sono comunque grato di avere potuto svolgere questi tre anni perché ho avuto modo di conoscere e collaborare in questo bellissimo territorio con persone fantastiche, che mi hanno onorato del loro affetto e della loro amicizia. La ricchezza dei rapporti umani e le importanti relazioni interpersonali costruite rappresentano la conquista più grande, che porterò per sempre nel mio cuore”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Terremoto alla Fondazione Carditello: si dimette il direttore

CasertaNews è in caricamento