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Stop ai lavori per le cappelle, disperazione e rabbia per 53 famiglie

Un cittadino ha proposto ricorso al Tar, l'ex sindaco Pagano accusa il primo cittadino Luongo

Ben 52 famiglie di Casaluce stanno vivendo un vero e proprio dramma. Hanno acquistato (per circa 7-8mila euro) un lotto di terreno al cimitero con la speranza di poter costruire una cappella gentilizia. Poi per tanti motivi - tra i quali l’emergenza Covid - oggi si ritrovano a non poter muovere più un dito perché “dopo due anni dalla sottoscrizione del contratto si perde il diritto alla concessione in caso di mancata costruzione della cappella”.

In poche  parole queste famiglie rischiano di perdere i propri soldi senza poter fare nulla. Una vicenda molto delicata che adesso si è anche spostata in tribunale: un cittadino ha infatti presentato un ricorso al Tar della Campania per poter cercare di avere ragione e soprattutto permettere - nello stesso momento - di ottenere una vittoria per tutti i suoi concittadini (in caso di successo al Tar si potrebbe nuovamente sbloccare tutto l’iter). Le concessioni sono partite alcuni anni, sotto l’amministrazione del sindaco Rany Pagano.

In questi ultimi giorni è stato contattato da più famiglie proprio per chiedere chiarimenti in merito e ci ha tenuto a precisare delle cose importanti su questa vicenda. “Il contratto prevedeva che dopo due anni dalla sottoscrizione si sarebbe perso il diritto di concessione per la costruzione della cappella gentilizia. Ma qui stiamo parlando di date sollecitatorie e non di certo perentorie. Dispiace dirlo ma l’attuale amministrazione comunale non deve ergersi da ente burocrate. Luongo e maggioranza non sono arrivati alla guida del Municipio per fare i commissari. Si attivino per aiutare le famiglie. Non facciano come Pilato che se ne lavano le mani. Sono stati votati per prendere delle decisioni”.

Per l’ex sindaco in questi giorni Luongo sta attendendo che arrivi la decisione del Tar della Campania che per lui potrebbe essere - in ogni caso - un “salvagente” perché andrebbe semplicemente a fare rispettare la sentenza, nel bene o nel male. Ma Pagano ritiene che “serva mettere ogni tanto anche un po’ di inchiostro in quella penna bianca. Ripeto: non deve fare l’ordinario, non serve a questa città un commissario. Deve immediatamente attivarsi per cambiare un solo articolo del regolamento, ma non se la sta sentendo di prendere delle decisioni importanti per la comunità. La politica serve a venire incontro ai cittadini. Sono mesi che è sindaco di Casaluce e quell’inchiostro è rimasto sempre fuori dalla penna. Faccia il sindaco e prenda decisioni”.

E poi anche un appello ai consiglieri di opposizione: “Fatevi portavoce delle istanze dei cittadini. Portate in consiglio comunale questa delicatissima vicenda e fate smuovere anche il burocrate Luongo”. Pagano ha poi riferito di aver fatto “l’errore più grande della mia vita nel votarlo” e poi ha chiesto “un confronto pubblico con gli ex sindaci per fare chiarezza ai cittadini”. 

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