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Il Cup è chiuso e non può pagare la visita: urla e tensioni all'Asl. "Trattati come bestie"

Caos all'Asl di Caserta per il disagio vissuto da un paziente disabile. Arrivano le forze dell'ordine

"Noi due invalidi trattati peggio di una 'mappina': pretendevano che salissimo al settimo piano per parlare con la direttrice". È questo l'amaro sfogo di Felice Esposito, 52 anni di Maddaloni, ipovedente e semi claudicante e sua figlia 28enne con affezioni motorie, che presso il Palazzo della Salute di viale Paul Harris a Caserta hanno vissuto una brutta esperienza.

La disavventura dei due parenti inizia alle 13,10 quando in procinto di esser sottoposti ad una visita oculistica fissata per le 13,15, si rendono conto che lo sportello Cup chiude alle 12. Senza poter effettuare il pagamento delle prestazioni mediche dedicate, i pazienti debbono ritornare l'indomani. Alla scoperta di un disagio consolidato il signor Felice va in escandescenza cercando di far valere i propri diritti. "Ero talmente arrabbiato che ho iniziato a gridare perché non era possibile fissare una visita poco dopo le 13 e far chiudere lo sportello Cup a mezzogiorno. Le persone in attesa devono andarsene - ammette il signor Esposito - le mie urla hanno dato fastidio talmente tanto che un impiegato di un ufficio accanto all'oculista mi ha preso sotto braccio dicendo che se fossi stato più calmo avrei parlato con la direttrice".

Richiesta accolta tant'è che l'impiegato 'paciere' accompagna i due dinanzi ad un citofono dove poter reperire la direttrice che per tutta risposta invita i due diversamente abili a salire al settimo piano, luogo in cui ha sede il suo ufficio. "Stavo vicino a quel citofono e spiegavo che io e mia figlia non potevamo salire perché invalidi e che era una vergogna. Una persona ammalata dovrebbe esser trattata meglio di quelli che le patologie non ce l'hanno ed invece siamo stati trattati malissimo, come delle pezze", sottolinea Felice.

Visto il trambusto la direttrice scende al Cup e fa aprire lo sportello per consentire che il signor Esposito paghi a mezzo bancomat la visita medica per la figlia poi effettuata. "Ho scoperto che non era la prima volta che succedeva che il Cup chiudesse alle 12 con le persone che avevano le visite dalle 13 in poi - sottolinea il malcapitato paziente - E come si fa a pagare? Circa 13 sportelli chiusi e le macchinette per i pagamenti automatici non funzionanti. E tutti a casa. Un anziano con un occhio bendato piangeva su una sedia perché non poteva fare la visita perché il Cup era chiuso e non aveva nessuno che lo riaccompagnasse a casa. Più di 10 persone stamattina sono state costrette ad andar via perché non hanno potuto pagare visite mediche prenotate da mesi. Ma che siamo bestie che ci mandano a destra e sinistra? Per veder rispettati i nostri diritti dobbiamo sempre urlare e agitarci?".

I toni aspri delle lamentele del signor Felice Esposito hanno richiesto l'intervento delle forze dell’ordine ed una effimera tranquillità è stata ripristinata con uno strappo alla regola. Basterà per placare le future lamentele dinanzi ad uno sportello chiuso?

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