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Palazzo crollato, le famiglie sfollate: "Vogliamo tornare lì, ci sono tutti i nostri ricordi"

"È nel nostro interesse provvedere al ripristino non appena ciò verrà consentito"

"È una tragedia che ci colpisce nel profondo, a livello emotivo. Noi vogliamo tornare lì, ci sono i nostri ricordi. È nel nostro interesse provvedere al ripristino non appena ciò verrà consentito". Amarezza, ricordi e volontà che tutto ritorni com'era. È quanto traspare dalla testimonianza di una dei proprietari del palazzo di via Pasquale Migliaccio ad Orta di Atella interessato da un crollo parziale della struttura verificatosi venerdì scorso poco dopo le 12.

Una sfiorata tragedia che non ha visto feriti giacché l'edificio era stato evacuato il 29 giugno alle prime avvisaglie di cedimenti del manufatto. In quell'occasione crollarono porzioni murarie e cornicioni che portarono alla nascita di crepe nella struttura. La commissione straordinaria del Comune di Orta di Atella composta  dalle commissarie prefettizie Francesca Buccino, Rosa Maria Falasca e Lucia Guerriero firmarono due  ordinanze di sgombero, il 29 giugno ed il 30 giugno, in vista di un imminente pericolo di crollo, previsione che soli 16 giorni dopo trovó purtroppo riscontro. Il 29 giugno vennero sgomberate 21 persone tra cui un bimbo di 5 mesi ed una persona con disabilità motorie, il 30 giugno 20 persone  residenti nel fabbricato prospiciente che manifestarono le loro rimostranze tanto che si rese necessaria un'intercessione bonaria dei carabinieri della Compagnia di Marcianise per rinfrancare gli animi.

Gli sfollati vennero sistemati, assistiti dalla Protezione Civile Comunale chi in strutture ricettive autoctone chi presso dei familiari ma l'incertezza per il futuro e la rabbia di un evento incontrollato ha portato molti 'sfollati' a puntare il dito verso i proprietari dell'edificio interessato dal crollo.

"Ne abbiamo sentite di tutti i colori - spiega la proprietaria - addirittura c'è chi ha millantato degli abusi edilizi. La verità è che il palazzo è del 1850 ma nel 2000 è stato oggetto di ristrutturazione i cui lavori sono durati ben 10 mesi proprio perché c'è stata quell'attenzione continua a che l'edificio mantenesse le sue caratteristiche originarie connesse alle bellezze del centro storico di Orta di Atella. Non vogliamo il ripristino dello stato dei luoghi al pari di qualsiasi altro residente colpito da questa tragedia, da questo evento improvviso che ha scosso tutti nel profondo".

Già nell'immediatezza dei primi cedimenti strutturali verificatisi nel mese di giugno i proprietari degli edifici furono diffidati dalla commissione straordinaria all'obbligo di messa in sicurezza affiancando ai tecnici di parte quelli comunali perché si avesse un quadro preciso della situazione. "Dopo i cedimenti del 29 giugno ed a seguito di perizia dei vigili del fuoco ed un consulto presso l'ufficio tecnico comunale ci siamo attivati per la messa in sicerezza dell'edificio con puntelli ed impalcature dando poi luogo a verifiche per stabilire le cause del crollo" spiega la proprietaria del manufatto storico.

Dai primi riscontri effettuati dai tecnici dell'ufficio tecnico comunale e dai vigili del fuoco del Capoluogo e dei distaccamenti di competenza il crollo sarebbe stato causato per il generarsi di una cavità ampia 6 metri al di sotto della struttura, sulla pavimentazione stradale e nelle fondamento del plesso storico. A seguito di un movimento del terreno si è verificato il crollo che ha interessato parzialmente i muri portanti e la facciata del palazzo storico. Lunedì 19 luglio in sinergia tra i tecnici comunali e quelli di parte verrà stilato un cronoprogramma dei lavori di ripristino dello stato dei luoghi. Nella giornata di domenica però la rabbia dei residenti preoccupati per il futuro si è palesata con innumerevoli volantini di protesta coi quali sono stati tappezzati muri e paraventi strutturali tra laconici "vergogna".

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