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Policlinico e cave, la rabbia dei sindacati: proclamato lo sciopero

Cgil, Cisl e Uil davanti la Prefettura per la riapertura dei cantieri delle costruzioni

"Noi non ci fermiamo". Questo è il grido di battaglia dei lavoratori casertani delle costruzioni per rilanciare il proprio settore. A tal proposito, le organizzazioni sindacali di Terra di Lavoro, Cisl, Uil e Cgil, lanciano il presidio dei lavoratori per venerdì 15 novembre davanti la sede della Prefettura di Caserta. Il presidio rientra all'interno di una serie di iniziative che si terranno in 100 città italiane ed ha come scopo appunto quello di fare pressione sul Governo per la riapertura dei cantieri nel settore delle costruzioni. Al centro della discussione, per quanto riguarda il territorio casertano, ci sono tre delicate questioni: blocco del Policlinico, crisi delle cave e ritardi nella costruzione della Napoli-Bari.

STALLO POLICLINICO

Il "famoso" Policlinico, che avrebbe dovuto rappresentare il più grande presidio universitario e ospedaliero della provincia di Caserta, è un'opera rimasta incompiuta ormai da più di 20 anni. Le vicissitudini negli anni, che hanno visto il fallimento delle varie imprese che dovevano eseguire i lavori, porta attualmente ad avere un’opera bloccata dopo il Crac di Condotte, nelle maglie della burocrazia con i vari soggetti che si rimpallano le responsabilità. Attualmente i lavoratori restanti circa una ventina sono in cassa integrazione straordinaria ma a fine anno se non si sblocca nulla questi saranno licenziati.

CHIUSURA DELLE CAVE

La chiusura delle cave o il ridimensionamento delle attività estrattive, a seguito del mancato rinnovo del piano regionale, hanno causato la perdita di posti di lavoro. Secondo i sindacati "i pochi appalti privati o pubblici presenti sul territorio starebbero aumentando situazioni di irregolarità e mancanza di sicurezza. Il tutto sarebbe dovuto alla quasi totale mancanza di controlli da parte degli organi ispettivi".

LA NAPOLI-BARI

Non va meglio sull’unica opera che faticosamente sta partendo la Napoli-Bari che attraversa anche il territorio di Caserta, perché secondo i sindacati "la bassa qualità dei subappalti presenti causerebbe una distorta applicazione dei contratti edili con imprese che non riuscirebbero a pagare i lavoratori alle normali scadenze ed anche in questa opera i controlli sarebbero inesistenti".

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