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Crisi Jabil, i dipendenti scrivono a Zingaretti: “Serve politica di investimenti”

A rischio 350 posti, la metà della forza lavoro dello stabilimento di Marcianise

“Segreterio Zingaretti siamo un gruppo di dipendenti Jabil, le scriviamo a nome di 700 famiglie e siamo sicuri che è inutile ricordarle la nostra vertenza”. Inizia così la lettera dei dipendenti dello stabilimento Jabil di Marcianise rivolta al segretario Pd, già protagonista nei mesi di una visita nell’impianto della multinazionale americana. Da mesi vanno avanti le proteste di lavoratori e sindacati per il piano dell’azienda di licenziare 350 lavoratori, la metà degli attuali dipendenti, con i vertici al Mise e in Confindustria che ad oggi non hanno portato ai risultati sperati.

“Ad oggi siamo ancora in attesa di interventi ministeriali atti a contrastare la procedura di mobilità per 350 lavoratori sui circa 707 dipendenti - ricordano infatti i dipendenti - aperta dalla multinazionale americana lo scorso 24 giugno. Segretario lei è stato da noi nei giorni caldi della vertenza, ci ha garantito il suo appoggio e la sua solidarietà quando ancora non era al Governo, facciamo si che oggi quelle promesse e gli impegni presi durante la sua visita diventino concrete realtà!”.

Nella missiva al governatore del Lazio le “707 famiglie del Sud le chiedono di ripartire dal Mezzogiorno per unire il Paese e rivendicare la centralità del lavoro come leva per contrastare le profonde diseguaglianze sociali, economiche e territoriali che attraversano l’Italia - si legge nella lettera - Bisogna dare voce a una parte importante del nostro Paese che da troppo tempo subisce un processo lento e lungo di deindustrializzazione, che ha visto la chiusura e la delocalizzazione di importanti gruppi industriali. Istanze individuali come il reddito di cittadinanza non possono essere l' unica soluzione alla lunga e concreta crisi occupazionale che abbraccia il Mezzogiorno ormai da troppo tempo”.

Chiara anche la ‘ricetta’ per affrontare la crisi Jabil e altre vertenze in corso: “Il sud non ha bisogno di continuo assistenzialismo ma di una chiara politica di investimenti. Il Mezzogiorno necessita della creazione di lavoro! E noi a nome di 700 famiglie o poco più siamo qui a chiederle di ricominciare dal Sud”.

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