Il teatro Lendi e l'incubo chiusura: “Covid, confusione e pochi ristori: così il rischio c'è”
Un pezzo di storia dell'agro aversano a rischio. Il direttore Scarano: "Un nuovo stop sarebbe insostenibile"
E' un palcoscenico molto conosciuto e apprezzato dai cultori dell'arte teatrale. Una struttura che, nel corso degli anni, ha ospitato spettacoli di importanti artisti quali - per citarne qualcuno - Christian De Sica, Massimo Ranieri, Fabio Concato, Angela Finocchiaro, Carlo Buccirosso, Biagio Izzo, Vincenzo Salemme, Peppe Barra. Con una storia di oltre quarant'anni trascorsa all'insegna di condivisione, passione, talento e volontà, ma 'trafitta' dalle pesanti ripercussioni dovute alla pandemia da coronavirus che ha sconvolto la vita dei cittadini del mondo.
Il Teatro Lendi sito in via Alessandro Volta a Sant'Arpino, come tutti i teatri d'Italia, si trova ad affrontare una situazione inaspettata. Un tunnel al buio dal quale si spera possiamo tutti uscire al più presto. "Il nostro comparto è praticamente sul lastrico - dichiara a Casertanews Francesco Scarano, produttore teatrale e direttore artistico del Teatro Lendi di Sant'Arpino - E questa situazione di difficoltà si è presentata in un momento storico in cui i teatri erano già impegnati ad affrontare una profonda crisi".
Il Teatro Lendi di Sant'Arpino, prima dell'oblìo della pandemia, era in grado di offrire al pubblico circa 150 giornate di spettacoli dall'alto profilo artistico-culturale tra musical, commedie, prose, concerti ed eventi di danza. Oggi quella programmazione "certa" è purtroppo solo un lontano miraggio. E accade che, ad oggi, non vi sono spettacoli in programma per il cartellone di ottobre 2021-aprile 2022. "Questa situazione di precarietà - spiega Francesco Scarano - non ci garantisce una serena programmazione". Ad incidere negativamente è senza dubbio la 'scottatura' indelebile subita dai teatri lo scorso anno. "A settembre 2020 e fino alla prima decade di ottobre i teatri hanno riaperto i battenti con tutta una serie di norme anti contagio da rispettare - ricorda Scarano - Poi la situazione si è evoluta negativamente ed i teatri sono stati chiusi di nuovo".
A ciò si aggiungono i ristori inadeguati. Quasi come se l'emergenza Covid avesse sbattutto in faccia una indiscutibile evidenza, ovvero che il teatro non è un'attività essenziale. "C'è una confusione che il Governo farebbe bene a mettere da parte - sottolinea il direttore artistico del Teatro Lendi - In questo anno e mezzo abbiamo perso circa il 90% del fatturato ed i ristori sono stati inadeguati, frutto di una mancata conoscenza da parte di chi ci governa delle difficoltà relative alla gestione di un teatro". Ma che sia chiaro: "Non voglio ristori - tuona Scarano - voglio solo lavorare".
La struttura di via Volta ha riaperto i battenti con una capienza ridotta al 50% (250 posti disponibili su 500), così come imposto dal governo del premier Draghi. Tuttavia la paura di un'eventuale nuova chiusura è forte. "Mi auguro che ci sia una continuità - conclude Francesco Scarano - Un eventuale nuovo blocco sarebbe insostenibile e rappresenterebbe una strada di non ritorno. Condurrebbe il mondo del teatro in una 'terapia intensiva' a vita".