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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Operai, commercianti ed artigiani: ecco i nuovi poveri a Caserta. Alla Caritas richieste raddoppiate in 2 mesi

Oltre 6mila persone hanno ricevuto derrate alimentari nel Capoluogo. Ma Don Antonello teme numeri più ampi: “C’è ancora chi si vergogna e non chiede aiuto”

L'emergenza sanitaria da coronavirus, il blocco del sistema produttivo e la conseguente paralisi dei lavoratori dettata dalla quarantena forzata, cominciano a presentare il "conto". Ed è il tessuto socio-economico ad essere maggiormente colpito. A Caserta la pandemia da Covid-19 fa esplodere i numeri, quelli delle richieste di aiuto che provengono dalle famiglie, dai senza tetto, dagli immigrati, a causa di un'emergenza sociale oltre che sanitaria. 

Raddoppiano gli accessi alla Caritas

"Stiamo attraversando il mare in tempesta - dichiara don Antonello Giannotti, direttore della Caritas diocesana di Caserta - L'emergenza sociale è forte ed anche se siamo entrati nella ‘Fase 2’ continueremo a stare accanto a quelli che soffrono". Di fatto la pandemia da coronavirus ha creato una nuova povertà. Coloro che hanno perso il lavoro (in primis gli operai), piccoli commercianti o artigiani costretti alla chiusura forzata, le persone impiegate nel lavoro sommerso che non hanno certamente risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività 'a chiamata’; oppure ancora molti lavoratori che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione: loro sono i 'nuovi poveri' che ingrossano le file fuori i centri di distribuzione delle derrate alimentari della Caritas diocesana di Caserta. Solo in via San Carlino (sede centrale) si registrano circa 1200 richieste di aiuto (in termini di pacchi alimentari) in questi primi 2 mesi di emergenza coronavirus; mentre per quanto riguarda il Capoluogo il dato si attesta sui circa 6mila. "Gli accessi alla Caritas sono raddoppiati - fa sapere don Antonello Giannotti a Casertanews - Va considerato che, oltre ai nuovi poveri, l'emergenza sanitaria ha aumentato le esigenze delle famiglie in termini di prodotti per l’igiene della casa e della persona. Per non parlare dei consumi di acqua, energia elettrica e gas che hanno fatto registrare un notevole aumento, considerata la permanenza forzata in casa. Molti di questi nuovi poveri, per dignità, si nascondono o si vergognano di chiedere aiuto alla Caritas, ed è per questo che invito sempre tutti i cittadini a segnalarci questi casi".

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Immigrati e clochard ospitati rispettando le norme anti-contagio

Fatto sta che l'emergenza sanitaria, oltre a colpire chi prima della pandemia poteva permettersi una vita dignitosa, si è rivelata una vera e propria "mazzata" ulteriore per chi già prima del Covid si trovava in una situazione di precarietà sociale: i clochard e gli immigrati. "Ai senza tetto ospiti presso le nostre case di accoglienza abbiamo imposto di non uscire - spiega don Antonello a Casertanews - Difficoltà sono emerse nell'accogliere i nuovi richiedenti, per la paura che potessero essere potenzialmente contagiosi. Tuttavia li abbiamo collocati presso ‘Bed and breakfast’, alberghetti e case in affitto: non abbiamo lasciato nessuno fuori. Per quanto riguarda invece gli immigrati, anche loro collocati presso le nostre case di accoglienza, abbiamo realizzato dei video (in diverse lingue) per spiegare tutte le regole anti-contagio da seguire ed abbiamo fornito loro mascherine di protezione ogni giorno. Non abbiamo nessun immigrato positivo al Covid-19, neanche presso il nostro centro di Castel Volturno, dove si concentrano in modo particolare". Per fortuna la Chiesa arriva sempre prima di tutti in soccorso ai più bisognosi" conclude don Antonello Giannotti.

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