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Coronavirus, Asl indaga su casi di ritorno: "Studi genetici sul virus"

Il manager dell'Asl Russo: "Potrebbe essere primo contagio. Non escludiamo errori nella procedura"

"Non parlerei ancora di ripositivizzazione al Covid-19 perché potrebbe trattarsi anche del persistere del primitivo contagio proprio per questo stiamo indagando". Sono queste le parole del Direttore Generale dell'ASL di Caserta Ferdinando Russo in merito ai casi di "positività di ritorno" al Coronavirus in pazienti considerati guariti concentrati nei Comuni di Santa Maria Capua Vetere, Casagiove, Capodrise ed Aversa.

L'attenzione della dirigenza sanitaria casertana è su tre casi: "sono quelli che stiamo studiando perché può darsi che i tamponi che sono stati fatti quando è stata dichiarata la guarigione clinica erano dei falsi negativi - spiega il dirigente Russo a Casertanews - si stanno avendo delle positivizzazioni al tampone che superano i 50/60 giorni". Non sono esclusi, quindi, errori nella procedura di effettuazione dei tamponi rinofaringei.

"Insieme all'Azienda Ospedaliera Dei Colli a cui sono stati affidati i test sierologici mediante prelievo sanguigno e l'Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli per l'analisi dei tamponi (dal primo effettuato al presentarsi del Covid-19 all'ultimo che ha dato la positività in questi giorni) stiamo cercando di studiare la sequenza genomica dei virus per capire se si tratta dello stesso virus o di particelle virali diverse - spiega Ferdinando Russo - i ripositivi sono asintomatici ed a scopo precauzionale è bene che siano in isolamento con la disposizione di ritamponarli a breve perché nulla esclude che possa trattarsi di una coda di vecchia positività al virus che si avvia poi alla negativizzazione definitiva".

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