rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Santa Maria Capua Vetere

Nove sindaci alzano la voce: "100mila cittadini senza Pronto soccorso"

Il consiglio comunale ha approvato la delibera per chiedere il rispetto degli impegni presi per 'Melorio' e distretto sanitario. E si rilancia sul nuovo ospedale di Capua nuova e vecchia

Nove sindaci uniti nel ribadire l'importanza di un ospedale "Melorio" pienamente funzionante e rispondente alle esigenze sanitarie di un bacino d'utenza di 100mila persone. E' questo il messaggio lanciato da Palazzo Lucarelli, sede del Comune di Santa Maria Capua Vetere, dove si è svolto il consiglio comunale 'aperto' in cui il sindaco Antonio Mirra ha relazionato sulla situazione del presidio sanitario e sulla necessità, cosa poi ratificata dal consiglio comunale con un'apposita delibera, di chiedere all'Asl di Caserta di rispettare i patti presi nell'incontro dello scorso 31 gennaio e che prevedevano una piena riapertura e addirittura anche un potenziamento del "Melorio".

A sostegno della proposta di Mirra i sindaci dei 9 Comuni limitrofi: Capua (Adolfo Villani), Casapulla (Renzo Lillo), Curti (Antonio Raiano), Grazzanise (Enrico Petrella), Macerata Campania (Stefano Cioffi), San Prisco (Domenico D’Angelo), Santa Maria la Fossa (Nicolino Federico) e San Tammaro (Vincenzo D’Angelo). Tutti i 9 sindaci, ad eccezione di Enrico Petrella di Grazzanise per un impegno improvviso, questa mattina (18 febbraio) hanno presenziato al consiglio comunale e hanno rafforzato l'impegno comune per il "Melorio".

Così il primo cittadino di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra: "Siamo fisicamente in Comune ma simbolicamente siamo fuori il nostro 'Melorio', per far sentire forte e in maniera unita la voce di un territorio che chiede un'adeguata offerta sanitaria per i suoi oltre 100mila cittadini. Noi chiediamo, con il rispetto che abbiamo sempre avuto nei confronti dell'Asl, il rispetto degli impegni assunti dal direttore generale Blasotti. Chiediamo che venga immediatamente modificato l'atto aziendale dell'Asl, chiediamo la riapertura del pronto soccorso e lo faremo finché questo non avverrà e con tutti i mezzi istituzionali a nostra disposizione". Mirra si riferisce al recente provvedimento con il quale l'Asl prevede un ridimensionamento dello stesso ospedale Melorio con la soppressione dell’UTIC e dell’UOC della Farmacia Ospedaliera: "L'atto aziendale non tutela il territorio". E conclude: "Ringrazio i sindaci, ringrazio la sensibilità della minoranza. E' l'atteggiamento di una città che non si divide rispetto ad un tema di straordinaria importanza quale la sanità e l'offerta sanitaria per il nostro territorio".

Consiglio comunale Pronto soccorso ospedale Melorio

Gli interventi degli altri sindaci

Vincenzo D'Angelo (San Tammaro): "Abbiamo l'esigenza di avere un pronto soccorso a Santa Maria Capua Vetere che possa essere l'epicentro di un bacino di oltre 100mila persone. Non possiamo dimenticare i dati del 2018 e 2019 dove venivano registrati 20mila accessi, c'è la necessità di garantire un'esigenza sanitaria. Noi siamo in emergenza sanitaria perché chiudere un ospedale per 100mila persone equivale a un'emergenza sanitaria. Noi non siamo contro l'Asl ma anzi ne apprezziamo gli investimenti come per l'ampliamento dell'offerta sanitaria con le case di comunità e gli ospedali di comunità ma in primis vanno garantiti i requisiti ospedalieri al "San Giuseppe e Melorio".

Domenico D'Angelo (San Prisco): "Il 'Melorio' è stato fondamentale per fronteggiare il Covid. Adesso però è necessario avere un presidio che possa andare incontro a tutte le necessità della comunità, anche perché durante il Covid in tanti non si sono curati".

Stefano Cioffi (Macerata Campania): "Santa Maria Capua Vetere è stato un presidio importante durante l'emergenza Covid e quindi non va penalizzato. Il mio timore è che il ridimensionamento da parte dell'Asl possa fare da preludio alla chiusura dell'ospedale. Ciò che è accaduto a Capua non deve accadere a Santa Maria Capua Vetere. Noi sindaci dobbiamo farci sentire anche in Regione Campania. Dobbiamo difendere il 'Melorio' per noi e soprattutto per le future generazioni".

Nicolino Federico (Santa Maria la Fossa): "Argomenti del genere non hanno colori politici. Sosteniamo la piena riapertura dell'ospedale, in primis del pronto soccorso, e anche un distretto sanitario adeguato alle esigenze della popolazione. Noi abbiamo i pronto soccorso di Castel Volturno e Caserta come riferimento ma i tempi di accesso sono troppo lunghi. Avere un presidio di pronto soccorso anche a Santa Maria Capua Vetere è fondamentale per avere un intervento immediato in caso di necessità".

Antonio Raiano (Curti): "E' un momento surreale perché quando Asl e Comuni ratificano decisioni non ci dovrebbero più essere problemi. Nel 2020 sono stati presi impegni anche di potenziamento della struttura, tornare dopo 3 anni al punto di partenza mi lascia perplesso. E' vero che non siamo contro l'Asl ma pretendiamo rispetto come sindaci, giunte comunali e consigli comunali. La delibera che approverà oggi il consiglio comunale di Santa Maria Capua Vetere la farò mia e la proporrò anche al consiglio comunale di Curti. Noi Comuni siamo sempre disponibili con l'Asl, abbiamo messo a disposizione una sede per il 118 e anche abbiamo dato disponibilità ad ospitare la sede del distretto sanitario in una zona di confine con Santa Maria Capua Vetere. Da parte mia e di Curti il massimo sostegno all'iniziativa portata avanti dal sindaco Mirra e dal Comune di Santa Maria Capua Vetere".

Renzo Lillo (Casapulla): "L'ospedale di Santa Maria Capua Vetere è stato riferimento per tanti anni e dovrà esserlo anche in futuro con un pronto soccorso aperto fondamentale. Anche io porterò in consiglio comunale la delibera per chiedere all'Asl di rispettare gli impegni presi".

Adolfo Villani (Capua): "Sono qui per difendere i diritti della mia città e dei miei cittadini, per il diritto ad avere un'assistenza sanitaria adeguata ad assicurare il diritto alla salute. A Capua siamo usciti sconfitti dalla battaglia per l'ospedale Dea di II livello nell'ex campo profughi, che non si è mai fatto per questioni di campanilismo ma anche perché era impossibile avere due piccoli ospedali, il 'Melorio' e il 'Palasciano', a pochi chilometri di distanza. Oggi ci troviamo con la carenza di medici per l'assurda conferma del numero chiuso per l'università di Medicina. Anche nell'Asl e nei Dea ci sono serie problematiche legate al personale e questa è la prima battaglia da combattere. La seconda è quella di avere un ospedale di Capua nuova e vecchia di altissimo livello, non dobbiamo fermarci al pronto soccorso perché ci ritroveremo a rinviare la stessa problematica di oggi tra una decina d'anni. Non è un problema che il nuovo ospedale sia a Santa Maria Capua Vetere o a Capua. L'Andolfato ci sta bene, il problema è reperire i fondi e su questo dobbiamo concentrarci, visto che col Pnrr potrebbe non esserci la possibilità di ottenere fondi ma si potrebbe percorrere l'opportunità offerta dall'Inail. Non è più il momento di fare ipotesi però bensì di ottenere risultati". 

Le altre reazioni

Vincenzo Santangelo (consigliere regionale Italia Viva): "La riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi è un tema serio che va affrontato con rigore istituzionale senza lasciarsi tentare da derive populiste che possono avere solo la conseguenza di irrigidire i rapporti e di allungare i tempi di risoluzione dei problemi. Comprendo le preoccupazioni del sindaco Mirra e dei sindaci del comprensorio dell’Appia che fanno capo al Melorio, ma ritengo che la strada intrapresa sia quella sbagliata. In mesi difficili, dove la pandemia è tutt’altro che alle spalle, abbiamo trovato dei vertici Asl dialoganti e collaborativi con i territori i quali hanno messo in campo una visione complessiva del sistema sanità della provincia di Caserta. Credo che gli amministratori del territorio debbano sfruttare questa apertura al dialogo per fornire le giuste risposte ai cittadini. Sono pronto a farmi da promotore di un tavolo istituzionale con i vertici Asl e con tutti i sindaci per andare ad affrontare il problema Melorio".

Raffaele Aveta (consigliere comunale Santa Maria Capua Vetere): "Sulla tutela della salute non ci sono divisioni tra maggioranza e minoranza, ma questo non vuol dire dimenticare la verità storica né assolvere i responsabili politici del ridimensionamento dell’ospedale Melorio. La verità storica è che, quando abbiamo più e più volte sollevato il problema della chiusura del pronto soccorso, del trasferimento di attrezzature e personale in altri nosocomi, dello smantellamento degli ambulatori specialistici o della fatiscenza della sede sammaritana dell’Asl, siamo stati trattati come populisti o allarmisti o, peggio ancora, visionari. Siamo stati soli a manifestare decine di volte, anche sotto la direzione dell’Asl a Caserta, guardati con indifferenza. Oggi abbiamo la prova che ci sono precise e ben individuabili responsabilità politiche del ridimensionamento del presidio ospedaliero sammaritano. Non siamo stati noi ad aver avallato la trasformazione dell’ospedale Melorio in centro Covid durante la pandemia, quando altre strutture, come ad esempio Teano, erano disponibili. Fu un errore non chiedere all’Asl di trovare altre soluzioni, lo denunciammo, non fummo ascoltati. Ora siamo di fronte a un possibile drammatico epilogo, con un piano aziendale che nega il diritto alla salute a un’ampia fetta di popolazione di Terra di Lavoro. Non ci sono divisioni adesso, certo, né potrebbero esserci. Ma non ci sono neanche auto-assoluzioni da parte di chi, all’epoca, aveva la possibilità di non prestare il fianco a una scelta deleteria".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nove sindaci alzano la voce: "100mila cittadini senza Pronto soccorso"

CasertaNews è in caricamento