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Comune, il nodo dei conti: nel bilancio post dissesto inseriti anche fondi 'abrogati'

I rilievi del Ministero tengono in bilico la maggioranza, che dovrà tornare in aula senza che ancora siano state placate le turbolenze del periodo natalizio

Nell’attesa di definire la “crisi politica” apertasi nell’ultimo consiglio comunale del 2018, con la promessa di quel “patto di fine consiliatura” fatta a Giovanni Megna, Roberto Peluso e Matteo Donisi del Pd) e col nodo assessore (annunciato e poi saltato) per i consiglieri Pasquale Antonucci e Gianluca Iannucci, il sindaco di Caserta Carlo Marino deve iniziare a pensare, adesso, seriamente al nuovo ostacolo che la sua amministrazione comunale dovrà superare nelle prossime settimane, quello del bilancio stabilmente riequilibrato che dovrà tornare al vaglio dei consiglieri comunali dopo la parziale bocciatura del Ministero dell’Interno che lo ha rispedito al mittente.

Un bilancio che, una volta ottenuto il via libera degli uffici romani, aprirà ufficialmente l’era del secondo dissesto finanziario e sul quale dovrà mettere mano l’assessore alle Finanze Federico Pica ed il funzionario (con mansioni da dirigente) Girolamo Santonastato.

Anche perché nei rilievi del Ministero, così come in quelli dei revisori dei conti, emergono errori abbastanza lampanti. Il collegio presieduto da Michelina Bruno, ad esempio, nell’ultimo verbale, dopo l’incontro con l’assessore, ha messo nero su bianco una “squilibrio” di circa un milione di euro che era stato notato e relativamente alle annualità relative ai Pip di San Benedetto, stanziata solo in parte nel bilancio pluriennale 2017/2019.

Ma non basta. Perché tra i rilievi del Ministero si fa notare come sia stato messo a bilancio una somma di 1,6 milioni di euro relativamente ad un adeguamento relativo ai “trasferimenti erariali” relativo ad una norma che però è stata abrogata da quasi cinque anni. Dubbi poi continuano ad esserci, relativamente alla gestione degli incassi, soprattutto per quel che riguarda la tassa sui rifiuti, che lascia tanti punti interrogativi sulla gestione della cassa da parte di Palazzo Castropignano. 

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