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I commissari bocciano il ‘piano di alienazione’ del Comune ed il sindaco s’infuria

I membri dell’Osl: “Solo 64 milioni su 157 a disposizione. I beni messi all’asta invendibili”. Marino risponde: “La scelta spetta a noi”

E’ un novembre davvero difficile quello che sta trascorrendo il sindaco di Caserta Carlo Marino, alle prese coi problemi delle scuole (con la ‘De Amicis’ che è stata sequestrata dalla Procura) e quelli sui bilanci da approvare entro fine mese (così come stabilito dal Ministero dell’Interno) per continuare a tenere in piedi l’amministrazione comunale. E come se non bastasse, a mettere altri pensieri nella testa del primo cittadino ci hanno pensato i tre membri dell’Organismo Straordinario di Liquidazione (Osl) che deve gestire il debito milionario del dissesto finanziario del Comune di Caserta. 

“Piano da rivedere, grave pregiudizio nella procedura di risanamento”

Il presidente Marcello Cosconati, insieme agli altri due componenti, Massimo Cassano e Fabrizio Orabo, hanno, infatti, messo nero su bianco tutte le problematiche che stanno incontrando nella gestione della massa passiva, non lesinando critiche sul piano delle alienazioni predisposto dalla giunta. Nella missiva indirizzata ali sindaco Marino, i tre commissari sottolineano che sono arrivate 1095 istanze da parte dei creditori, per un importo complessivo di poco più 157 milioni di euro. A fronte di tale richiesta, però, sono state messe a disposizione, al 31 ottobre 2019, appena 64 milioni, poco più del 40% dell’intero petitum. Ma quello che non va giù è che all’interno della delibera con cui la giunta ha destinato le risorse all’Osl “sono stati individuati - scrivono testualmente - da un parte alcuni cespiti destinati all’alienazione che, per il loro scarso valore intrinseco, avrebbero poche possibilità di essere alienati (ad esempio fondi agricoli di ridotte estensioni in zone impervie) e, dall’altra, viceversa, altri cespiti che, per l’altissimo valore economico, potrebbero non incontrare la disponibilità del mercato all’acquisto”. Se non è una bocciatura totale, poco ci manca. Tant’è che gli stessi commissari sottolineano la necessità di una “radicale revisione della proposta, nel senso di ampliare la massa dei cespiti alienabili e che, viceversa, ove venisse confermata, creerebbe un insanabile e grave pregiudizio alla procedura di risanamento dell’Ente”.

La risposta del sindaco: “La scelta spetta a noi”

Una settimana dopo aver preso visione della lettera, il sindaco di Caserta prende carta e penna e mette nero su bianco il proprio pensiero. Che, in parole povere, si può racchiudere così: il piano di alienazione spetta alla giunta ed è essa che dà le indicazioni, senza che l’Osl possa mettervi bocca. E per giustificare questa posizione, Marino (che non manca di richiamare un “futuro clima di maggiore collaborazione” evidenziando, così il nervosismo che ha provocato l’aver messo nero su bianco la delicata vicenda) roichiama un parte della Corte dei Conti regionale della Sicilia che, “chiamata a pronunciarsi in merito alla problematica competenza in merito al riconoscimento dei debiti fuori bilancio dell’Ente dissestato, ha affrontato il corretto riparto delle competenze tra Osl ed organi comunali”. Un parere che, secondo il ‘Marino pensiero’, evidenzierebbe come l’Osl sia un “organismo tecnico” che non deve entrare nella discrezionalità delle scelte. “L’organismo straordinario di liquidazione - trascrive Marino citando il parere in questione - non effettua mai valutazioni caratterizzate da discrezionalità amministrativa ma compie accertamenti o tutt’al più valutazioni di ordine tecnico”. Tanto da far spingere il primo cittadino ad aggiungere: “Alla luce del consolidato orientamento giurisprudenziale, si ritiene che la giunta comunale della città di Caserta abbia agito nell’interezza dei suoi poteri relativamente alla individuazione dei beni immobili da proporre per l’alienazione al consiglio comunale”.

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