rotate-mobile
Attualità

Colonnello Scarso: "Qui voglia di riscatto. Evitare infiltrazioni nuove frange criminalità organizzata"

L'intervista al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caserta: "Lavoriamo per aumentare i controlli sul territorio. Presto una nuova tenenza dell'Arma a Castel Volturno"

“Evitare che nuove frange della criminalità organizzata possano infiltrarsi nuovamente in alcune comunità della provincia di Caserta”. Lo ha dichiarato in un'intervista a Casertanews il colonnello Manuel Scarso, comandante provinciale dei Carabinieri di Caserta, che ha tracciato il punto di questi primi sei mesi al comando di via Laviano tra lotta ai fenomeni criminali ma anche azioni di controllo e prevenzione.

Colonnello Scarso. Sei mesi in provincia di Caserta, qual è il suo bilancio?

Troppo presto per tracciare un bilancio, essendo da un periodo breve qui a Caserta. Senza dubbio, posso dire che la provincia è in piena evoluzione, anche sotto l’aspetto della sensibilità alla lotta alla criminalità organizzata e alla microcriminalità. C’è una voglia di riscatto. È indubbio come questo territorio negli anni passati sia stato fortemente alla ribalta per la cronaca criminale, con alcune aree totalmente in mano alla camorra. Pian piano, l’azione coesa di forze dell’ordine, magistratura e di tutte le istituzioni nonché dei cittadini coraggiosi e onesti è riuscita a fornire delle risposte. A queste adesso bisogna dare continuità, evitando che i contesti restituiti alla cittadinanza siano oggetto di nuove infiltrazioni della criminalità organizzata.

Con quali armi si combattono queste infiltrazioni?

Lo sforzo che si sta facendo sotto l’aspetto investigativo, ma anche di prevenzione, è evitare che nuove frange della criminalità organizzata possano ricompattarsi e ritornare in auge come negli anni ’90. Tutto questo va letto anche sotto i riflettori di quella che è la situazione generale del Paese dove i problemi occupazionali, le difficoltà del Sud di andare di pari passo con le aree del Nord, servizi non adeguati alle aspettative possono alimentare forme di disagio sociale potenzialmente in grado di accrescere fenomeni criminali. Povertà, disoccupazione, forme varie di degrado possono alimentare devianze, con ricadute negative sullo sviluppo del territorio.

Oggi la camorra è cambiata. Quali sono le contromisure che sono state adottate?

Le attività investigative si adeguano costantemente all’evoluzione dei fenomeni criminali. Registriamo un cambio di passo della camorra che si è elevata anche a criminalità finanziaria. Le attività di indagine ci portano a seguire i flussi economici. E tutte le forze di polizia, non solo i carabinieri, hanno dimostrato capacità di risposta. In provincia di Caserta i risultati sono stati importanti. Molti i patrimoni sono stati sottratti alle mafie: parliamo di circa 1600 beni confiscati. Questo dimostra che ci sono state indagini incentrate proprio sull’aspetto economico. Certo c’è sempre da fare, ma va detto che la Magistratura e le forze di polizia hanno la grande capacità di condurre indagini sempre più sofisticate e di altissimo livello.

Come ogni territorio anche Caserta ha i suoi problemi irrisolti. Quali ha notato?

Ci sono problematiche endemiche che portano a non riconoscere i problemi per poi affrontarli nelle maniere dovute. Molte volte, ad esempio, si dà per scontata la presenza della criminalità organizzata a questo consegue che determinati reati non vengono denunciati. Occorre avere la consapevolezza che le realtà criminali sono metastasi del territorio e vanno rimosse con lo sforzo di tutti, altrimenti non può esserci quel cambio di passo che serve. Chi non denuncia tradisce lo Stato in cui vive, tradisce il nostro sistema democratico fondato sulle regole e sulle libertà individuali. Chi non denuncia non vuole bene ai propri figli e non è rispettoso dei sacrifici fatti dai propri padri che ci hanno permesso di vivere in un Paese libero.

E sugli altri fenomeni criminali cosa può dirci?

Oltre alla criminalità organizzata, la provincia di Caserta subisce influenze dell’area a Nord della provincia di Napoli. Registriamo fattispecie di reato commesse da bande criminali provenienti da realtà di confine. Pensiamo ad esempio alle rapine che nei giorni scorsi sono state consumate ai danni di alcuni uffici postali. Le indagini hanno permesso di sottoporre a fermo di indiziato di delitto alcuni soggetti dell’area a nord di Napoli. L’attività investigativa è stata condotta insieme alla Polizia di Stato. A tal proposito, vorrei sottolineare come tali attività congiunte siano la dimostrazione tangibile della fattiva collaborazione tra le forze dell’ordine. Esiste la massima collaborazione, nella comune consapevolezza di fornire risposte ai cittadini.

C’è poi un aspetto che riguarda la percezione della sicurezza.

La percezione della sicurezza è sicuramente bassa. Ma non è così di fatto. Dobbiamo pensare che i dati generali sulla sicurezza ci dicono che viviamo in un paese fondamentalmente sicuro. Se andiamo ad analizzare la situazione comparata nel tempo, ad esempio, ci rendiamo conto che non ci sono le stesse tensioni degli anni ’70, ’80 e ’90. La gente aveva paura: c’erano le mafie che sparavano, i sequestri di persona, dominava la paura di uscire di casa, perché c’era il terrorismo politico. Le organizzazioni criminali e terroristiche si alimentavano anche con episodi di microcriminalità che rendevano il Paese meno sicuro. Oggi questi pericoli non ci sono: l’azione delle forze di polizia e della magistratura è stata ferma e risolutiva. Purtroppo, forme di comunicazione ansiogena determinano la percezione di una sicurezza non adeguata. Chi denuncia un reato ha l’aspettativa di una risposta, noi cerchiamo di darla, pur consapevoli non riuscirci sempre. Tuttavia, il quadro generale della sicurezza non è particolarmente grave.

I cittadini chiedono maggiori controlli.

I controlli senz’altro ci sono e lavoriamo per maggiorarli. Uno dei nostri obiettivi è quello di avere quanta più proiezione esterna sul territorio. Un obiettivo che deve fare i conti con l’esigenza di lasciare aperti i presidi e garantire delle risposte anche alle persone che si recano in caserma. Comunque, stiamo organizzando i nostri servizi in modo tale da essere sempre più presenti sulle strade. Ovviamente non possiamo essere ovunque ma va riconosciuto un costante raccordo tra Forze di Polizia sotto la diligente opera del Prefetto, il quale ha svolto anche una costante sensibilizzazione verso i Sindaci affinché tutti i comuni si dotino di impianti di videosorveglianza, fondamentali per fornire supporto alla sicurezza. Ci sono poi le attività di indagine che restituiscono forniscono risposte al territorio.

Quanti carabinieri operano in provincia di Caserta?

In provincia di Caserta abbiamo circa 1400 carabinieri che operano prevalentemente dislocati in 62 stazioni, 10 comandi intermedi, un Gruppo Territoriale e presso la sede del Comando Provinciale. A breve ci sarà l’apertura della Tenenza di Castel Volturno e contiamo di farla entro l’anno. Verrà realizzata presso la Scuola dei Carabinieri Forestale con un abbattimento anche dei costi. La bontà di questa decisione è data dal fatto che accorpando i due presidi oggi presenti in un unico punto di servizio riusciremo a garantire una proiezione esterna, anche con più uomini, dando una maggiore risposta al territorio. Preziosa l’opera degli ulteriori quasi 100 carabinieri dei reparti speciali, che forniscono supporto specializzato nei vari settori di competenza.

Parliamo di prevenzione. Quali possono essere le risposte che possono fornire ad esempio le scuole per prevenire il radicarsi di fenomeni criminali?

Le scuole hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione delle devianze. Sono il luogo dove si deve intraprendere un rapporto dialogico, cioè riguardante tutte le forme di comunicazione, per far conoscere determinati problemi e le conseguenze che nascono dietro i contesti criminali. I ragazzi devono capire che le scorciatoie fuori dalle regole non portano da nessuna parte. L’educazione alla legalità permette di ottenere future generazioni di cittadini che abbiano l’esatta percezione del problema e possano fare scelte consapevoli e giuste. Molte volte si diventa criminali perché si nasce in contesti criminali e non ci si rende conto di assumere comportamenti devianti. Se si riuscisse a far capire ai giovani qual è il concetto di legalità e i benefici di una vita trascorsa seguendo le regole si romperebbero determinate pastoie. Un risultato più efficace rispetto all’attività repressiva. I ragazzi devono capire che i modelli del criminale ricco e che fa la bella vita sono lontani dalla realtà. Si deve comprendere che, nel mondo reale, da ville “stile Scarface” si va in carcere. Quelli criminali sono solo falsi modelli di ricchezza.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Colonnello Scarso: "Qui voglia di riscatto. Evitare infiltrazioni nuove frange criminalità organizzata"

CasertaNews è in caricamento