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Sindaco a casa, Cerchiello: "Opposizione ha aiutato una parte della maggioranza"

La segretaria Pd: "Avrei voluto sfiduciare il sindaco in Consiglio, ma altri non erano d'accordo. Essere uomini non vuol dire solo portare i pantaloni..."

“Vendetta avrebbe voluto che io, da consigliere comunale, aderissi alla sottoscrizione di massa delle dimissioni, il rispetto per il mio paese e i cittadini, la politica e la coerenza no”. Lo afferma la consigliera comunale del Partito democratico di Grazzanise Teresa Cerchiello, spiegando il motivo dell’assenza della sua firma nel documento delle dimissioni dei consiglieri comunali che ha messo fine all’amministrazione comunale di Vito Gravante.

“Dopo 4 anni, 470 delibere di Giunta votate all’unanimità, 213 delibere di Consiglio Comunale votate in modo compatto dalla maggioranza e circa 21.000 euro e 41.000 euro intascati dagli assessori dimissionari  solo per essere corresponsabili del fallimento amministrativo sotto gli occhi di tutti, i cittadini avrebbero avuto il diritto di sapere in Consiglio Comunale il reale allontanamento degli assessori Parente e Raimondo da Gravante – aggiunge l’esponente democrat- Perché dopo 4 anni nei quali non è stato intercettato un solo euro per il nostro paese dall’Assessore al Bilancio e ai Finanziamenti Europei, e tutti sappiamo che se “in una famiglia il padre (l’assessore al bilancio) non lavora, i figli (il paese) non mangiano” i cittadini avrebbero dovuto conoscere gli artefici del disastro economico delle casse comunali. Inoltre, i cittadini avrebbero dovuto conoscere il virus che ha colpito il consigliere Zampone, dopo l’approvazione del PUC da parte della Giunta Comunale, che lo ha portato ad essere critico e in contrasto con una parte della maggioranza. Le opposizioni, dal mio punto di vista, moralmente non avrebbero dovuto sottoscrivere un documento di dimissioni contestuali, tra l’altro non proposto dalle minoranze e dai sottoscrittori della mozione di sfiducia, ma dagli ex componenti della maggioranza (che come confermato anche nelle loro lettere di dimissioni non avrebbero votato la sfiducia per continuare a sedere in consiglio comunale). Questi ultimi con quel documento, firmato non alla luce del sole ma di nascosto in una grigia stanza di un notaio, prestando il fianco a impossibili autoassoluzioni dal fallimento amministrativo dopo quattro anni di amministrazione  e condivisione delle scelte amministrative e ad un solo anno dalle future elezioni amministrative. Anche una parte dell’opposizione non è immune, soprattutto quella che solo a chiacchiere dice di mettere al centro della propria azione il bene del paese, ma poi per tornaconti e interessi personali passa da un padroncino all’altro (da Caputo a Valentino Grant), e in vista del futuro rinnovo del Consiglio Comunale palesemente guarda a future ed eventuali alleanze.

L’amministrazione retta da Vito Gravante, eventualmente, doveva andare a casa per i suoi fallimenti e il tutto per rispetto dei cittadini doveva avvenire pubblicamente con assunzione di responsabilità soprattutto da parte di chi è stato coartefice del fallimento e dei danni prodotti ai grazzanisani e a Grazzanise. Questo non è avvenuto. Perché le opposizioni hanno preferito dare copertura a chi ha scelto nascondersi e che in futuro proverà a far dimenticare il proprio operato degli ultimi anni amministrativi svolti da attore principale e spesso da burattinaio. Non ho firmato le dimissioni  non perché “inciuciassi” con una parte della maggioranza (a differenza di altri dell’opposizione che mirano solo al potere per il potere) avrei votato tranquillamente in Consiglio Comunale perché da Grazzanisana e da donna coerente ho sempre affrontato gli avversari a viso aperto, ma, come storia insegna, “metterci la faccia” non è da tutti ed essere uomini non vuol dire solo portare i pantaloni”.

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