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Qualità della vita, Caserta tra le peggiori in Italia

La classifica del ‘Sole 24 Ore’: ultima in Campania

Caserta è la peggiore provincia della Campania per ‘Qualità della vita’. E’ quanto emerge dal dossier del ‘Sole 24 ore’ che ha reso nota stamattina la classifica del 2022. Pur recuperando una posizione, Terra di Lavoro si piazza al 99esimo posto in Italia ed ultima in Campania dietro Avellino, Benevento, Salerno e Napoli. Peggio di Caserta, nel Bel Paese, fanno solo Enna, Taranto, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Foggia, Caltanissetta, Isernia e Crotone.

Dalla classifica 2022 risulta Bologna la provincia italiana in cui si vive meglio: il capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale della storica indagine che viene pubblicata ogni anno, dal 1990. Sul podio ci sono anche Bolzano, habitué della top dieci che quest’anno sale al secondo posto, e Firenze, terza dopo una scalata di otto posizioni rispetto al 2021, che diventano 24 se si fa un salto indietro al 2020.

Classifica Qualità della Vita 2022

Le due città metropolitane fanno brillare l’Emilia e la Toscana, che rafforzano in generale le proprie performance in chiave positiva. Tra le prime dieci entra anche Parma al 9° posto, con Reggio Emilia a breve distanza al 13°. E in cima alla classifica ci sono anche altre tre province toscane: Siena insegue Firenze e arriva al 4° posto (+11 posizioni), e Pisa è decima (+12 posizioni). A premiarle sono soprattutto i piazzamenti nelle categorie «Cultura e tempo libero», dove vince Firenze e Siena è quarta; e «Ambiente e servizi», dove vince Pisa e Firenze è sesta.

Resta salda la leadership nella Qualità della vita del Trentino Alto Adige, con la già citata medaglia d’argento a Bolzano e la provincia di Trento al 5° posto. Viaggia su due binari la Lombardia, che mantiene comunque sei territori tra i primi 30 classificati: guadagnano terreno Cremona (11ª, +26 posizioni), Bergamo (14ª, +25 posizioni), Sondrio (15ª, + 14 posizioni) e Lodi (49ª, + 8 posizioni); mentre retrocedono le altre tra cui Como (-11) e Mantova (-16). Scende anche Monza e Brianza (-9) nonostante il successo nella seconda edizione dell’indice tematico dedicato alla qualità della vita delle donne.

Peggiorano, in particolare, le performance di alcune città metropolitane. Milano resta nella top ten ma scivola all’ottavo posto; Roma perde ben 18 posizioni e si attesta al 31° posto, poco sotto Genova (27ª). Alla Capitale va il record negativo nell’indice di litigiosità (cause civili iscritte nei tribunali nel primo semestre di quest’anno) e il terz’ultimo posto nell’indice sintetico che attraverso 12 sotto-indicatori fotografa il benessere delle generazioni più giovani. Seguono Torino al 40° posto (-12 rispetto al 2021), Palermo all’88° e Napoli al 98°, in discesa di otto posizioni: la prima penalizzata dalla scarsa qualità dell’aria e dall’elevata incidenza di crimini denunciati; la seconda dall’alta quota di beneficiari di reddito di cittadinanza e dai modesti depositi bancari; la terza dalla più elevata densità abitativa e dal record negativo di rapine su strada.

Dai numeri emerge l’urgenza per alcuni territori di investire nel digitale, nelle rinnovabili, nella sanità e nell’istruzione. Ai record spalmati tra Nord e Centro, fanno da contraltare i piazzamenti del Sud, ancora in coda alla classifica. Crotone veste la maglia nera per il terzo anno. Al di là del singolo caso quello che vede nel Mezzogiorno il fanalino di coda del Paese è un fenomeno esteso e radicato.

Le posizioni dall’81ª alla 107ª sono tutte occupate da province del Sud, incluse alcune aree metropolitane come Palermo, Catania (91ª) Napoli, Taranto (101ª) e Reggio Calabria (102ª). Le calabresi, in particolare, si concentrano tutte dalla 95ª posizione in poi. Risalendo dal fondo, le prime non del Mezzogiorno che si incontrano in graduatoria sono (Latina 80ª) e Frosinone (79ª). Poco più in alto la prima del Nord, Rovigo, che scivola al 77° posto perdendo 16 posizioni.

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