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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il triste primato di Caserta: è tra le città meno digitali d'Italia

La classifica di ICity Rank 2020, il rapporto sulle città italiane intelligenti e sostenibili realizzato da Fpa

Caserta è tra le città meno digitali d'Italia. E' quanto emerge dalla classifica di ICity Rank 2020, il rapporto sulle città italiane intelligenti e sostenibili realizzato da Fpa, società del gruppo Digital 360, presentato in occasione di Forum Pa Città, evento organizzato in collaborazione con Enel X. Il capoluogo di Terra di Lavoro è al 102esimo posto su 107 per i ritardi critici sul fronte della digitalizzazione. Seguono Carbonia, Nuoro, Enna, Chieti e, ultima, Agrigento. Tra i fanalini di coda anche Taranto (100°), Avellino (101°). 

"Nell’anno della pandemia, la nostra annuale ricerca ha indagato il percorso di trasformazione digitale delle città italiane, analizzando le performance dei 107 comuni capoluogo su 8 indicatori aggiornati al 2020: accessibilità online dei servizi pubblici, disponibilità di app di pubblica utilità, adozione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wifi pubbliche e tecnologie di rete intelligenti. L’indice di trasformazione digitale, media aritmetica degli 8 indicatori settoriali, permette di costruire il ranking delle città più digitali d’Italia", spiega il rapporto.

Nella 'Top 10' della classifica di ICity Rank 2020 ci sono Firenze, Bologna, Milano, Roma, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia che hanno un livello di digitalizzazione “molto avanzato”, seguite da un gruppo di altre 15 di livello “avanzato”: Parma, Reggio Emilia, Palermo, Pavia, Brescia, Genova, Lecce, Cremona, Prato, Bari, Pisa, Verona, Vicenza, Bolzano e Forlì. Ci sono poi 23 città con un livello “discreto”: Rimini, Mantova, Livorno, Monza, Piacenza, Siena, Ravenna, Treviso, Udine, Perugia, La Spezia, Napoli, Ferrara, Novara, Pordenone, Padova, Trieste, Lodi, Arezzo, Pesaro, Ancona, Verbania, Lecco. E ancora 24 capoluoghi di livello “intermedio” e altri 27 con una digitalizzazione solo “avviata”. 

“Il processo di trasformazione digitale delle città italiane e delle loro amministrazioni non si è arrestato in questo anno terribile, anzi per molti versi ha ricevuto un’accelerazione che ha consentito di superare resistenze organizzative e culturali – ha sottolineato Gianni Dominici, direttore generale di Fpa - Spesso sono state proprio le innovazioni digitali a consentire di gestire situazioni critiche limitandone l’impatto e favorendo risposte fondate sulla partecipazione di cittadini e associazioni. Chi si trovava già a uno stadio avanzato, come le città metropolitane e molti comuni del Nord, ha confermato i progressi, ma arrivano segnali confortanti anche da aree meno mature dal punto di vista digitale, con quattro città del Sud che hanno segnato notevoli passi avanti, entrando nelle prime venti classificate”.

“La spinta digitale per effetto dell’emergenza ha investito anche le città – ha commentato Andrea Rangone, presidente di Digital 360 – Se nella digitalizzazione delle attività amministrative e nel rapporto con i cittadini il processo di innovazione appare ben avviato, nell’implementazione e interconnessione delle reti intelligenti siamo ancora ad una fase iniziale. Le risorse disponibili nel Recovery Fund rappresentano una grande opportunità da cogliere per adottare un piano di trasformazione tecnologica delle città”.

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