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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Perché la benzina aumenta ancora (ed i benzinai casertani ci perdono)

Il direttore di Conftrasporti Russo: "Senza un cap sul mercato europeo i trader del petrolio continueranno a guadagnarci"

Benzina sempre più alle stelle. Anche nel casertano il prezzo alla pompa è un salasso con lo sforamento dei due euro per litro sia per il gasolio che per la benzina. Il governo presieduto da Mario Draghi è al lavoro per una nuova proroga al taglio delle accise (in scadenza l'8 luglio) almeno per un altro mese e ragiona anche sull'aumentare lo "sconto" da 30,5, comprensivo di Iva, a 35 centesimi. Ma come mai, nonostante i tagli disposti dal governo, il prezzo della benzina continua a salire per i consumatori? Chi ci guadagna?

CasertaNews lo ha chiesto a Pasquale Russo, direttore regionale di Conftrasporti. Sgombriamo subito il campo dai dubbi. Se qualcuno pensa che a guadagnarci siano i benzinai, sbaglia di grosso. "Siamo alle chiacchiere da bar - chiarisce subito Russo - I titolari dei distributori di benzina guadagnano una quota fissa al litro che dipende dagli accordi che hanno fatto con le compagnie". Una somma che si aggira tra i 3,5 centesimi ed i 7-8 centesimi di ricarico alle pompe bianche. Anzi. "Oggi i benzinai hanno un problema - spiega - Con il costo del carburante così alto per il consumatore si produce l'effetto che le persone prendano meno l'auto e quindi automaticamente, poiché il distributore guadagna sui litri effettivamente erogati, si riducono addirittura i profitti. I benzinai non hanno nessun interesse ad avere la benzina sopra i due euro, anzi". Una questione per la quale gli stessi titolari dei distributori di benzina sono sul piede di guerra e per la quale "è stata paventata anche una forma di protesta in quanto con l'aumento del prezzo della benzina sono diminuiti i volumi d'affari anche per loro". 

Ma come funziona il mercato energetico. "E' una questione molto complessa - dice ancora Russo - Per quanto riguarda prodotti come quelli petroliferi ci sono fattori che non sono governabili e per cui il governo non riesce a mettere un tetto al prezzo del petrolio o del gas. Uno è la speculazione finanziaria dei future che acquistano il prodotto grezzo ad un prezzo per riceverlo in consegna in futuro allo stesso prezzo generando così una speculazione". Altro fattore non governabile è "il cambio euro-dollaro. Quindi se abbiamo un cambio forte, dato che i prodotti energetici si acquistano in dolari, con la stessa quantità di euro si riesce ad acquistare maggiori quantità di carburante. Se, come sta accadendo, l'euro si indebolisce inevitabilmente si acquista ad un prezzo più alto". 

Per Russo, comunque, "ci sono compagnie che stanno realizzando extra profitti su cui il Governo è intervenuto tassando questi extra profitti. Poi ci sono imprese che ci stanno guadagnando, questo è vero, ma non è collegato all'aumento dei prezzi ma dipende dal fatto che è aumentata la domanda dei prodotti energetici. E' un mercato complesso - rivela il direttore di Conftrasporti Campania - E non è un caso che non si riesca ad intervenire con un tetto sui prezzi". 

E allora chi ci guadagna? "I trader - rivela Russo - Per questo la proposta di Draghi si concentra sulla possibilità di mettere un blocco al prezzo del gasolio sul mercato europeo. Quindi i trader non possono acquistare sul mercato europeo al di sopra di un certo cap, di una determinata soglia di prezzo". 

Infine la proroga del governo con la spada di Damocle dell'8 agosto che pende sugli italiani proprio nella settimana di Ferragosto quando verosimilmente milioni di cittadini andranno in vacanza e quindi si sposteranno. Russo preferisce non sbilanciarsi nel terreno delle ipotesi anche se "con quella di luglio sarebbe già la terza proroga e nulla vieta di farne un'altra fino a settembre", conclude. 

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