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Bufera sui lavori nel cantiere del rione Crocelle, la minoranza pretende chiarezza

L'appalto non ancora terminato ancora una volta al centro delle polemiche

I consiglieri comunali di Mondragone Valerio Bertolino, Achille Cennami, Pasquale Marquez, Alessandro Pagliaro, Antonio Pagliaro e Giovanni Schiappa hanno intenzione di andare fino in fondo, con documenti alla mano, riguardo alle "incongruenze dei lavori a via Stazione, al rione Crocelle, che evidenziano una vera e propria superficialità progettuale". 

"Neanche il contestabile utilizzo di svariati ordini di servizio che preannunciano irrituali varianti alle opere, amministrativamente non contemplate e tecnicamente approssimative, non sono riuscite a chiarire, durante l’ultima seduta consiliare, i seguenti quesiti: tagli per la posa dei tubi, previsti sia in computo che in variante, dovevano essere larghi 80 cm e profondi 120 cm, invece sono stati realizzati di circa 40 cm di larghezza e 60 cm di profondità; le relative opere (quali taglio, fresatura di asfalto, scavo, riempimento, materiali da trasportare e discaricare e riasfaltatura delle tracce) sono state ridotte a circa ad 1/4 di quelle computate, ma non sono ancora state eliminate fra gli interventi da contabilizzare; i pozzetti per le caditoie previsti dalla variante al computo originario dovevano essere in numero di 40, a cui aggiungere 40 anelli e, soprattutto, tali pozzetti – così come computati - dovevano essere già sifonati allo stato attuale, seppur in presenza di lavori non completati, mentre sono stati posati solo circa 20 pozzetti e probabilmente non vi è nessuno dei 40 anelli di prolunga, oltre al particolare per niente trascurabile che i pozzetti non sono se, non potranno essere più, sifonati in quanto già posati", sottolineano i consiglieri.

"Inoltre l'amministrazione comunale non è riuscita ad essere chiara sui cordoli di pietrarsa che, sia nel computo originario che all’interno della variante, dovevano essere riposati alla stessa quota, invece sono stati rialzati di circa 7/8 cm, pregiudicando così non soltanto la staticità degli stessi, ma facendo sì che con tale innalzamento si evitasse lo scotico di 5 cm del marciapiedi e, quindi la demolizione di 5 cm della superficie in cemento del marciapiedi che non è stata eliminata fra gli interventi da contabilizzare. E ancora, pur essendo la superficie dei marciapiedi nel computo di circa 1800 metri quadrati, magicamente nella variante si riduce a circa 1200 consentendo così di rimanere nell’ambito del quinto d’obbligo, ovvero del 20% dell’appalto iniziale che consente la fattibilità della variante, fissandola infatti al 19,50%; la superficie del marciapiedi, sia da computo originario che da variante, doveva essere realizzata con tappetino di asfalto dello spessore di 3/4 centimetri, mentre in realtà è stata realizzata una pavimentazione in lastre di porfido. Visto che il costo del tappetino di asfalto è di 1,65 euro mq/cm, che a seconda dei centimetri utilizzati varia tra i 5 euro ed i 6 euro al metro quadro, mentre il costo della pavimentazione in porfido è di circa 35 euro al metro quadro. – come da prezzario della Regione Campania 2016 – ci si trova di fronte ad un incremento del costo iniziale di 7 volte tanto. Fermo restando che la pavimentazione in porfido non risulta in alcun documento sia contrattuale che contabile, pertanto, per essere realizzata necessita di un’ulteriore gara d’appalto, avendo già fatto utilizzare il quinto d’obbligo alla ditta esecutrice", concludono i consiglieri.

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