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Camorra e sanità, altri ospedali a rischio scioglimento | VIDEO

L'annuncio di Cantone al Sant'Anna e San Sebastiano: "Sanità strumento di consenso per mafie e politica"

L'ospedale di Caserta è stato il primo ad essere sciolto per infiltrazioni camorristiche ma potrebbe non essere il solo, anzi, "altre aziende ospedaliere, e non solo al Sud, potrebbero essere sciolte". A rivelarlo è stato il presidente dell'Anac Raffaele Cantone che ha partecipato ad un convegno nel corso del quale è stato presentato il nuovo piano di prevenzione della corruzione dell'Ospedale Civile di Caserta.

Un piano che lo stesso Cantone ha definito come "un passo in avanti rilevantissimo" in quanto "va ad individuare una serie numerosa di aree di rischio dall'interno, da parte di chi conosce le realtà e sa che ce ne sono alcune in cui il rischio di corruzione è maggiore". Il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, tornato al Sant'Anna e San Sebastiano per la prima volta dal 2015, dopo il commissariamento dell'azienda ospedaliera per le ingerenze del clan guidato dal boss Michele Zagaria nella gestione degli appalti, ha sottolineato come il nuovo sia "un piano vero e non copiato (il precedente fu ripreso da quello dell'azienda ospedaliera di Cuneo nda) a cui manca forse ancora qualcosa sotto il profilo delle misure da adottare per prevenire i fenomeni di corruzione, ma che andrà verificato nella sua attuazione pratica".

Di sicuro il commissariamento dell'ospedale ed il lavoro della commissione ministeriale hanno avuto un "grande effetto positivo - per il rilancio - con la creazione di quel meccanismo di discontinuità che ha consentito al direttore generale Ferrante di potersi sedere su una sedia meno calda rispetto ai suoi predecessori". Cantone non nasconde, però, la forte preoccupazione per i legami tra sanità e criminalità organizzata. "Mafia e camorra - dice - sono molto interessate al settore sanitario non soli per i tanti soldi che girano, anche nei periodi di crisi economica, ma perché la sanità è uno strumento per mantenere il consenso". Uno strumento di consenso "di cui si serve molto anche la politica". "Il rapporto tra politica e sanità è oggetto di grande preoccupazione e purtroppo i suoi effetti sono molto sottovalutati. Eppure la politica condiziona tutte le nomine nella sanità, penso ai primari oltre che ai vertici di ospedali e aziende sanitarie. Anche per questo non si sente la mancanza dei controlli esterni che c'erano prima, come quelli del Corecom, ente tra i più politicizzati. I piani di prevenzione anzi rappresentano una rivoluzione copernicana, perché sono lo strumento attraverso cui un'amministrazione guarda al suo interno, ben conoscendo le aree a rischio, e fa pulizia".

"Il Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza dell’Azienda – afferma il direttore generale Mario Nicola Vittorio Ferrante – rappresenta la sintesi di un lavoro, in continua attuazione ed evoluzione, di identificazione e analisi del rischio di corruzione e della conseguente definizione di azioni di miglioramento organizzativo, gestionale e culturale. Il nuovo Codice di comportamento, poi, rappresenta uno strumento di sensibilizzazione e di responsabilizzazione, ma soprattutto è un punto di partenza per costruire un’etica condivisa dell’azienda ospedaliera".

Per Stefano Graziano, consigliere regionale del Pd e presidente della Commissione sanità, "il San Sebastiano oggi ha cambiato passo e può essere un modello gestionale, ma la lotta alla corruzione deve andare avanti ed è perciò positivo che si rifletta su come creare strumenti sempre più efficaci".

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