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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Regione chiede di ampliare la caccia fino al 31 gennaio

Protezionisti in rivolta: "E' un vergognoso asservimento alla loggia venatoria"

La Regione Campania vuole rinviare il termine della chiusura della caccia per far recuperare ai cacciatori i giorni perduti di attività venatoria a causa della pandemia da coronavirus. In rivolta le associazioni ambientaliste ed animaliste Cai, Cabs, Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Sos Natura e Wwf che in una nota fanno sapere: "Per molte specie di animali selvatici la caccia chiude il 30 dicembre in conformità alle regole europee. La Regione sta tentando di far chiudere la caccia al 31 gennaio per consentire ai cacciatori, che non hanno potuto sparare in conseguenza delle regole anti Covid, di poter andar per boschi a recuperare le giornate perdute, il tutto esponendo l’intero Paese a sanzioni europee”.

L'opposizione dei protezionisti è decisa. "Per l'ennesima volta dobbiamo rammentare che ci troviamo in uno stato di emergenza sanitaria e che i provvedimenti presi a livello nazionale e regionale per contenere il contagio da Covid-19 hanno escluso in modo categorico la possibilità di proseguire l'attività venatoria - sottolinea Piernazario Antelmi, il delegato per la Campania del Wwf - Ciononostante la Regione si è premurata di elaborare una proposta per consentire ai cacciatori di recuperare le giornate di caccia andate perse finora. Dal nostro punto di vista, questa iniziativa appare come un vergognoso asservimento alla loggia venatoria! Se dovesse passare la proposta della Regione, l’artiglieria puntata contro le beccacce, i beccaccini, i cinghiali, i fagiani, i frullini, i merli e le volpi continuerebbe a sparare fino al 31 gennaio 2021".

"Ricordiamo che gli animali selvatici sono patrimonio indisponibile dello Stato e che l’autorizzazione ad esercitare l’attività venatoria è una concessione che lo Stato riconosce a taluni cittadini che posseggono determinati requisiti (i cacciatori) - concludono i protezionisti - Tale concessione non è un diritto assoluto del cacciatore che può prevalere sulle determinazioni dello Stato, sulla tutela della conservazione della fauna selvatica e sulla prevenzione sanitaria dell’intera popolazione. Pertanto il recupero delle giornate di caccia andate perse a causa di una pandemia globale non è assolutamente una valida motivazione per estendere i periodi di caccia. Speriamo che l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale esprima il parere negativo sulla scellerata proposta della Regione Campania".

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