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Il boom della Reggia non aiuta Caserta: “In città pochi turisti”

Poca sinergia, mancata gestione dei flussi e scarsi servizi: "Commercianti non sono contenti"

Non si va oltre la Reggia. Il boom, con 22mila persone che hanno scelto di trascorrere qualche ora al Palazzo Reale nel week end di Pasqua, non ha portato agli effetti sperati in termini di indotto alla città, che si conferma poco attrattiva nonostante la ritrovata performance del suo principale monumento. 

"Alberghi pieni ma in città pochi turisti"

Insomma, la sensazione del giorno dopo è quella del bicchiere mezzo vuoto, dell'ennesima occasione di crescita persa. Tra i comparti che hanno beneficiato maggiormente delle presenze sicuramente va menzionato quello alberghiero con le strutture presenti in città che hanno registrato il "tutto esaurito" e non per una sola notte. "La media è stata di tre o quattro notti per camera", conferma il presidente di Confesercenti Salvatore Petrella.

Eppure di turisti in città se ne sono visti pochi, pochissimi in proporzione. "Siamo felici del successo nei numeri della Reggia di Caserta tornata sotto i riflettori a livello nazionale - prosegue Petrella - Ma il problema resta quello dell'indotto a livello generale. I turisti utilizzano Caserta - anche per la sua posizione - come base per poi recarsi altrove. Il 90% visita la Reggia ma non entra praticamente mai in città. Anche negli ultimi giorni le presenze in città si sono ridotte alla zona a ridosso della Reggia ma poco oltre. Nonostante i tavoli che sono stati fatti anche sul turismo quel che emerge è la totale assenza di sinergia tra il territorio ed il monumento - conclude Petrella - Ad esempio abbiamo proposto l'uscita dal parco obbligatoria da corso Giannone ma non c'è stato seguito. Basterebbe poco per fare in modo che i turisti vivano la città ed invece... I commercianti non sono contenti di questa situazione".

"Mancata gestione dei flussi"

Mancata sinergia su cui interviene anche Francesco Marzano di Reggia Travel che punta l'indice sulla mancata gestione dei flussi. "Con una migliore organizzazione del territorio si possono migliorare anche le 22mila presenze registrate alla Reggia - commenta - Ad esempio nel giorno di Pasquetta la biglietteria della Reggia è stata costretta a chiudere per il raggiungimento del limite dei biglietti vendibili. Il risultato è che molti sono andati via quando potevano andare a San Leucio o all'Anfiteatro. Il problema è che ognuno degli attrattori turistici pensa per sé stesso e le conseguenze le soffre il territorio". Marzano evidenzia come "alla Reggia sono ancora in vigore le disposizioni Covid con possibilità di accesso per gruppi organizzati di massimo 20 persone. Se arriva un pullman con 50 persone vanno divise in 3 turni e con 3 guide. E questo, sommato a carenze nei servizi come ad esempio i parcheggi, non rende vendibile il prodotto Caserta".

"Riattivarsi per rendere attrattive le zone"

Nei giorni di Pasqua e Pasquetta qualcosa si è mosso anche sul fronte della ristorazione. "L'indotto della Reggia ha portato circa il 30% ai ristoranti in città - spiega il presidente provinciale di Fipe Confcommercio Giuseppe Russo - Si potrebbe fare ancora di più. Nonostante servizi poco efficienti c'è stata una buona risposta ed il boom della Reggia ci dà fiducia che se si facesse un po' di turismo a Caserta si riuscirebbero ad ottenere buoni risultati. Il problema è che la città offre poco oltre la Reggia anche in aree che hanno grande potenziale come Casertavecchia o San Leucio. Bisogna riattivare questi quartieri perché siano maggiormente attrattivi in modo che i turisti possano trascorrere più tempo in città". 
 

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