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Carburanti alle stelle nel giorno dello sciopero dei benzinai

Sforata la soglia degli 1,90 euro al litro per il diesel. Automobilisti infuriati per i nuovi aumenti

Con lo sciopero dei benzinai, iniziato ieri anche in provincia di Caserta, si registra un aumento dei prezzi in quelli che restano aperti. Lo segnalano alcuni cittadini a Casertanews che evidenziano il superamento della soglia di 1,90 euro al litro per il gasolio in diversi distributori che non hanno aderito allo sciopero. Un prezzo che è incrementato, guardando le tariffe comunicate dai distributori al Ministero, fino a oltre i due euro in diversi distributori della provincia. 

E' questo uno degli effetti dello sciopero a cui hanno aderito le sigle Fegica Figisc e Anisa (solo Faib Confesercenti ha fatto marcia indietro dopo il vertice con il ministro Urso) e che proseguirà fino alle 19 di giovedì 26 gennaio.

Le motivazioni dello sciopero sono da rinvenire nella pubblicazione del decreto trasparenza sui prezzi del carburante, ma la situazione è precipitata per il presunto  "scaricabarile" del governo Meloni, che aveva attribuito i rincari dei prezzi di benzina e diesel in parte anche alle speculazioni dei distributori. Che nin hanno gradito. Assopetroli-Assoenergia, l'associazione che rappresenta le aziende proprietarie di oltre metà delle stazioni di servizio stradali in Italia, esprime piena solidarietà ai sindacati: "Le misure introdotte col decreto Trasparenza sono la soluzione finta a un problema che non esiste, se non nella schermaglia del dibattito politico. Alcune di esse non solo sono inutili e sproporzionate, ma perfino dannose", sostiene l'associazione.

"Il governo - spiegano i responsabili della Fegica - aumenta i prezzi della benzina con interventi sulle accise ma ha scaricato le responsabilità sui benzinai definendoli speculatori. E questo anche dopo che è stato appurato da Mister prezzi che comportamento dei benzinai è in linea con i movimenti delle accise". I gestori affermano quindi che "prima vogliamo ristabilire la verità e poi vogliamo avere un governo che faccia il governo e cioè che intervenga sui problemi endemici di questo settore che ne ha anche sul piano della legalità, basti pensare che 13 miliardi di euro l'anno vengono evasi dalla piccola criminalità, visto che 7000 impianti sono nelle mani della mafia ed il 30% carburanti venduti in Italia è clandestino". 

I sindacati che hanno proclamato la protesta - Faib, Fegica e Figisc/Anisa - hanno assicurato che verranno garantiti i servizi minimi essenziali. Il che vuol dire che alcuni distributori saranno aperti, nelle città e in autostrada, per non compromettere del tutto le capacità di mobilità. 

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