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Beni confiscati alla camorra, oltre 48 milioni di investimenti e 218 posti di lavoro creati

Il bilancio sociale di Agrorinasce, Allucci: "Comuni da soli non riescono. Lotta a mafie non può fermarsi". Regione finanzia un ostello della gioventù ed una casa delle associazioni nelle ville dei boss

Oltre 48 milioni di euro per la valorizzazione ed il recupero dei beni confiscati, 66 enti gestori, 218 posti di lavoro creati. Sono questi alcuni dei numeri del bilancio sociale di Agrorinasce, al 31 dicembre 2019, in 20 anni di attività. Uno studio completo, svolto insieme al Dipartimento di Economia di Capua dell’Università degli Studi della Campania “Vanvitelli”, con il professore Danilo Tuccillo e la supervisione del professore Giuseppe Sannino, durante i quali sono stati sintetizzati i risultati ottenuti dal consorzio. 

I finanziamenti

Per gli oltre 160 beni confiscati amministrati da Agrorinasce nel corso di 20 anni di attività, sono stati attivati finanziamenti pubblici e privati per complessivi 48,232 milioni di euro e in relazione ai quali Agrorinasce ha beneficiato direttamente di circa 31 milioni di euro di finanziamenti pubblici, rispetto ai quali ha svolto anche la funzione di Stazione Appaltante. I restanti 17 milioni sono finanziamenti pubblici e privati di cui sono stati beneficiari i Comuni (per i quali Agrorinasce ha comunque redatto il progetto e collaborato nella richiesta di finanziamento) o i soggetti gestori che hanno individuato a loro volta finanziamenti pubblici e privati indirizzandoli alla valorizzazione del bene confiscato. Dei finanziamenti un notevole peso lo hanno avuto i fondi nazionali ed europei (circa 40 milioni in totale), l'80% del totale a dimostrazione della capacità di progettazione e di rendicontazione dei fondi pubblici e della credibilità istituzionale guadagnata sul campo in tutti questi anni.

I Comuni

Tra i comuni beneficiari spicca il maxi finanziamento attivato sui beni confiscati a Santa Maria la Fossa destinataria di oltre 30 milioni di euro, non solo per il numero dei beni confiscati ma anche per la loro dimensione. Si pensi che su due sole masserie confiscate a Francesco Schiavone, detto Sandokan, in località Ferrandelle e località La Balzana, per un totale di circa 250 ettari, sono stati attivati e sono in corso di attivazione investimenti per oltre 25 milioni di euro. Per quanto riguarda gli altri comuni 8,6 milioni sono stati attivati per i beni confiscati ubicati a Casal di Principe; 4,3 milioni a Casapesenna, 2 milioni a San Cipriano d'Aversa, 750mila euro a San Marcellino ed 1,5 milioni a Villa Literno

Le destinazioni

Dei 160 terreni o immobili sottratti alla camorra 124 sono a destinazione produttiva, 13 a destinazione istituzionale, 12 a destinazione socio sanitaria e socio assistenziale, 11 a destinazione sociale. In definitiva, dei 160 immobili confiscati alla camorra, 107 sono attivi, 9 beni confiscati sono con lavori in corso, 38 sono con finanziamenti approvati e 8 in corso di progettazione. Per tutti questi beni Agrorinasce ha svolto un ruolo attivo. Ai questi beni confiscati se ne devono aggiungere ulteriori 16, alcuni dei quali già attivi, altri con lavori in corso ed amministrati esclusivamente dai Comuni. Per molti di essi sussiste, comunque il convolgimento di Agrorinasce.

Occupazione creata

Altro capitolo importante nel bilancio di Agrorinasce quello relativo all'occupazione creata. Nella valorizzazione dei beni confiscati alla camorra dei sei Comuni, Agrorinasce ha attivato rapporti contrattuali con ben 66 soggetti gestori che complessivamente utilizzano 107 beni confiscati tra immobili e terreni agricoli. Di questi 66 soggetti gestori, ben 25 soggetti sono associazioni e cooperative sociali, 37 ditte private, 4 enti religiosi e un unico ente pubblico che è l’ASL Caserta, il quale merita un discorso a parte per il ruolo pubblico e sociale che riveste sul territorio. Al 31 dicembre 2019 tutte le realtà del privato e del privato sociale (eccetto, quindi, l’ASL Caserta e gli istituti religiosi) hanno consentito la creazione complessiva di 218 posti di lavoro.

Gli ultimi progetti

Tra gli ultimi progetti di Agrorinasce destinatari di fondi regionali ci sono due immobili a Casapesenna e San Cipriano. A Casapesenna l'immobile confiscato ad Alfredo Zara sarà destinato ad Ostello della Gioventù ed assegnato all’Associazione Giosef, per l’importo complessivo di 86.303 euro con il progetto di ampliamento dell’ostello in un Hub – coworking per l’inclusione sociale e lavorativa dei giovani del territorio. "Ancora un risultato eccellente raggiunto grazie alla sinergia con Agrorinasce ed il comune – dichiara il Sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa -. Adegueremo e consegneremo alla collettività un altro bene confiscato dall’alto valore simbolico. I tempi sono maturi per puntare oggi ad un rilancio culturale e sociale del nostro territorio".

A San Cipriano, invece, il bene confiscato a Giuseppe Caterino sarà destinato a Spazio per Associazioni, per l’importo complessivo di 100.000 euro. "Abbiamo destinato un bene confiscato per una finalità sociale molto importante per il nostro territorio – dichiara il Sindaco di San Cipriano d’Aversa Vincenzo Caterino -. Un’attenzione per le associazioni e cittadini del nostro territorio con la creazione di uno spazio per tutti. Stiamo lavorando con Agrorinasce in ottima sinergia".

Allucci: "Comuni soli non ce la fanno. Non indietreggiare in lotta a mafie"

Alla luce dei dati presentati e dei risultati raggiunti fino ad oggi, si può affermare senza alcun dubbio che i Comuni soci di Agrorinasce abbiano positivamente investito su Agrorinasce e sui beni confiscati. "Il contesto è sicuramente migliorato rispetto a 20 anni fa – dichiara il direttore generale Giovanni Allucci – ma il nostro lavoro è quanto mai importante anche oggi, anche alla luce degli ultimi gravi avvenimenti che si stanno susseguendo nel Comune di S. Maria La Fossa e in altre realtà della Campania e in Italia. Ormai vi è poi un’ampia consapevolezza, leggendo anche il rapporto annuale dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alle criminalità organizzata, che ancora oggi i Comuni da soli non sono in grado di promuovere percorsi efficaci di recupero e di valorizzazione di beni confiscati alle mafie. Quello che sta accadendo nei nostri Comuni e in altri Comuni sui beni confiscati è molto grave, non bisogna indietreggiare nella lotta alle mafie".

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