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Casa occupata nell'area confiscata, il Comune deve risarcire il proprietario

L'assurda storia da Casal di Principe: il titolare sarà sfrattato ma incasserà i soldi per l'espropriazione

Uno spazio confiscato alla criminalità organizzata presto ospiterà un centro polifunzionale per l’accoglienza e l’integrazione dei minori con disagio. Ci sarà un laboratorio, un’area ricreativa, e spazi per far giocare i bambini. Il tutto in un’area di via Firenze che nel passato è appartenuta alla criminalità organizzata e ora invece è nella disponibilità del Comune guidato dal sindaco Renato Natale.

Solo che però - a distanza di quasi 7 anni dalla consegna dell’Associazione Nazionale Beni Sequestrati e confiscati (era il 21 ottobre 2015) - è emerso che c’è una porzione di bene che in pratica non è stato confiscato ma che di fatto “è nelle disponibilità del soggetto destinatario del provvedimento di confisca”. Da una ricerca approfondita dellì’ufficio tecnico del Comune presso gli uffici del catasto di Caserta è emerso che quella porzione di immobile (piano terra e primo piano) è di proprietà di un cittadino di Casal di Principe nato nel 1934. In poche parole non si può continuare con le procedure di affidamento se non si dichiara la pubblica utilità sull’area interessata dai lavori per poi procedere con l’espropriazione dell’area.

Gli interventi di realizzazione del centro per l’accoglienza sono iniziati il 13 dicembre 2019 e sono terminati nell’agosto del 2021 ma di fatti le procedure ad oggi - a causa di questo problema - non sono ancora state terminate. Dalla giunta comunale guidata dal sindaco Renato Natale si sottolinea che “il centro rappresenta un importante opera di finalità sociale e di integrazione dei soggetti svantaggiati” ed ha come finalità quella di “restituire alla comunità un immobile appartenuto a soggetti di rango primario del sodalizio camorristico presente a Casal di Principe” in un processo che ha come obiettivo “la riaffermazione della legalità su un territorio provato dalle passate vicende criminali”.

L’esecutivo ha quindi sottolineato che “emerge la prevalenza dell’interesse pubblico al mantenimento dell’opera rispetto all’interesse del cittadino privato che, pur privato illegittimamente di parte di una sua proprietà, può trovare piena soddisfazione nel riconoscimento del complessivo risarcimento del danno”. In poche parole il cittadino deve accettare la decisione del Municipio ma incasserà dei soldi dalla cessione (o espropriazione) del proprio immobile che ha una rendita di 51,13 euro. Sarà riconosciuto un indennizzo liquidato nella misura del 10% del valore venale del bene oltre l’interesse del 5% annuo sul valore determinato ai sensi della normativa per il periodo di occupazione senza titolo.

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