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Clima d'odio dopo gli abusi in confraternita, il parroco: "Con la violenza non si ottiene giustizia"

Don Ventrone prova a placare gli animi dopo l'incendio appiccato al portone di casa del 67enne arrestato

“Capisco l'indignazione ma non è con la violenza che si ottiene giustizia”. Usa questa parole don Carmine Ventrone, sacerdote della parrocchia Santa Maria Assunta di Recale, per cercare di frenare il clima pesantissimo che si è venuto a creare in città dopo l’emergere del caso di violenza sessuale avvenuta nella confraternita ai danni di una bambina di 8 anni.  

Don Carmine si appella a fedeli e cittadini, chiedendo di lasciare alla magistratura il compito di “fare chiarezza e giustizia su ciò che è avvenuto il 15 agosto scorso”, giorno in cui il 67enne arrestato ieri avrebbe palpeggiato la vittima.

“Vi chiedo – scrive il parroco - di non esasperare una situazione che già di per sé è difficile da comprendere e accettare. Vi ricordo che in questo momento sono due le famiglie che stanno vivendo una situazione difficile e che non avrebbero mai voluto vivere”.

Il sacerdote interviene quindi sul raid di questa notte contro l’abitazione del 67enne arrestato, dove ignoti hanno dato fuoco al portone di ingresso: “Condanno l'atto di violenza nei confronti della minore ma altrettanto condanno l'atto compiuto contro l'abitazione della famiglia con l'incendio del portone di casa. Mi appello al vostro buon senso... no alla giustizia "fai da te". Manteniamo la calma e, ripeto, lasciamo che sia la magistratura a fare chiarezza su ciò che è avvenuto. Nel frattempo sia la preghiera il mezzo per sostenere la minore e la sua famiglia. Dimostriamo di essere comunità capace di farsi carico di una situazione sofferente e difficile da dimenticare”.

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