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Pasticcio tra Comune e Arpac: azienda prima chiusa e poi riaperta

La 'Colma' può continuare a produrre, c'è stato un errore di comunicazione tra gli Enti

Lunedì chiusa per tutelare la salute pubblica, venerdì riaperta. La vicenda dell’azienda Colma, che produce profilati di alluminio nell’area Pip di Teverola, si è consumata nel giro di pochi giorni. Finita sotto i riflettori per la segnalazione di illecito penale firmata dall’Arpac a seguito di un autocontrollo aziendale che aveva messo in evidenza anomalie in un campione di acqua reflue (con superamento dei valori per mercurio, fluoruri e cianuri totali, e anche per il rilevamento di valori oltre il limite consentito dalla normativa delle polveri totali per il camino E7), la situazione dell’azienda è apparsa nell’agenda degli impegni amministrativi con settimane di ritardo.

Come spiega il 'Mattino' lunedì scorso il sindaco Tommaso Barbato ha emesso un’ordinanza di chiusura per l’azienda, il venerdì successivo l’ha però revocata, visto che è sopraggiunta una nuova nota dell’Arpac che ha ritenuto valide le spiegazioni fornite da Colma. L’azienda, in merito ai fatti contestati, aveva sostenuto che si fosse trattato di un puro errore materiale. Le acque non sarebbero state quelle prelevate nel pozzetto ma nella vasca, smaltite come rifiuto speciale. Dopo l’ordinanza di chiusura, i vertici dell’azienda hanno effettuato un ricorso al Tar e hanno accusato il Comune di aver leso la propria immagine con un danno con la chiusura. Sulla sospensione effettiva delle attività aziendali, il quadro dei giorni intercorsi dal lunedì al venerdì non è chiaro.

I fumi dai camini ripresi da diversi cittadini e pubblicati sui social hanno indicato una continuità della produzione e lo stesso direttore della Colma ha affermato di aver chiuso soltanto il giorno immediatamente successivo all’emissione dell’ordinanza e di aver potuto riaprire una volta arrivata la comunicazione Arpac con la quale veniva ritenuta superata ogni contestazione sul campione di acque reflue. L’ordinanza lo avrebbe concesso, stante il parere dei legali dell’azienda, per il sindaco Barbato invece il provvedimento era non interpretabile e prevedendo la sospensione era da ritenersi come chiusura. Ma in questi giorni, sono stati effettuati dei controlli? È questo che si chiedono molti cittadini, preoccupati per la presenza dell’azienda e di altri insediamenti in pieno centro urbano e critici verso la scarsità delle azioni tese a prevenire danni all’ambiente e alla salute. La vicenda Colma, conclusasi in un lampo, un obiettivo forse lo ha raggiunto: destare le coscienze dal torpore.

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