Sindacati in corteo contro l'autonomia differenziata
Domani la manifestazione di protesta a cui prenderanno parte Spi Cgil e Cgil di Caserta
La battaglia contro l'autonomia differenziata infiamma lo scontro tra istituzioni e sindacati e per domani, 7 febbraio, è prevista una manifestazione di protesta.
"Parteciperemo al presidio di domani davanti alla prefettura di Napoli per ribadire il nostro 'no' all’autonomia differenziata", ad annunciarlo è il segretario generale dello Spi Cgil di Caserta Michele Colamonici che annuncia l’adesione alla protesta contro il ‘decreto Calderoli’ promosso dalla segreteria regionale dello Spi. "La mobilitazione è fondamentale dal momento che siamo di fronte ad un disegno di legge pericoloso che mina l’unità del Paese e mette in discussione i diritti essenziali delle fasce deboli e dei pensionati - ha evidenziato Colamonici - la trappola che si cela dietro la definizione dei Lep, i Livelli Essenziali di Prestazione, potrebbe portare ad accrescere quel divario che già c’è tra Nord e Sud. La nostra sanità necessita di nuove risorse per essere competitiva e fare quel definitivo salto di qualità sfruttando anche le possibilità che arrivano dal Pnrr. Il decreto Calderoli vorrebbe calibrare i Lep in base a quella che è la spesa storica privilegiando il Nord che già conta su maggiori risorse e affondando definitivamente il Sud".
Alla mobilitazione dello Spi Cgil e alla battaglia contro l’autonomia differenziata ha ufficializzato il suo sostegno il sindaco di Caserta e presidente Regionale dell’Anci Carlo Marino. "Ben venga il sostegno delle istituzioni - ha evidenziato Colamonici - dal momento che questa battaglia contro un tentativo di ‘secessione mascherata’ si vince tutti assieme".
In prima linea nella mobilitazione anche il segretario generale della Cgil di Caserta Sonia Oliviero: "Oggi più che mai è indispensabile che si coalizzi quel campo largo progressista per mettere in campo un’azione di contrasto forte ad una misura penalizzante e discriminatoria per le regioni del Sud. Servizi essenziali come la scuola e la sanità che andrebbero potenziati vengono addirittura compromessi attraverso scelte che impediscono un’equa distribuzione delle risorse. Di fronte a questa situazione c’è bisogno di una presa di coscienza collettiva per fermare provvedimenti che dividerebbero l’Italia in due, realizzando il vecchio sogno della Lega di Bossi evidentemente mai accantonato".