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L'auto della scorta di Falcone all'Università Vanvitelli | FOTO

La vedova di Montinaro: "Ai mafiosi non va data una seconda opportunità"

La mafia pensava che col tritolo avrebbe risolto la guerra contro lo Stato; invece sono state proprio le vittime delle sue stragi, uomini ormai morti, a vincere questo braccio di ferro. La storia di chi vive nella memoria viaggia ancora oggi, proprio su quell'auto, la "Quarto Savona 15" , nome in codice, della sigla radio della Fiat Croma blindata della questura di Palermo a bordo della quale viaggiavano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

Auto scorta Falcone Santa Maria Capua Vetere

Da Scandicci è partita una teca contenente i resti della vettura per arrivare presso il Dipartimento della facoltà di Giurisprudenza della Università Vanvitelli, a Santa Maria Capua Vetere.  Ad accogliere la teca, avvolta completamente dal Tricolore, il prefetto Giuseppe Castaldo, il questore Antonino Messineo, il rettore del dipartimento Gianfranco Nicoletti, il direttore generare dell'ufficio scolastico della Campania Ettore Serra, insieme a tantissimi giovani, gli studenti della facoltà e le classi quinte del liceo Artistico Solimena della città del Foro, con i loro docenti. Oltre 600 ragazzi per abbracciare la vedova di Antonio Montinaro, Tina, presidente dell'associazione "Quarto Savona 15" attraverso la quale promuove la cultura alla legalità,  coinvolgendo in primis le scuole.

Il liceo Artistico Solimena, con la dirigente scolastica Alfonsina Corvino, da anni ha avviato dei percorsi di legalità in maniera trasversale con tutte le discipline e l'evento di oggi era molto atteso. Alla vedova di Montinaro è stata  regalata, da parte del Liceo Artistico, una serigrafia realizzata dall'artista Felice Re  dal titolo "Oltre", mentre dalla studentessa Edna Simeone di 5B è stata composta una poesia, letta però dal compagno di classe Riccardo Merola, poiché l'allieva questa mattina è stata impegnata a ritirare un premio nazionale. La lirica è dedicata a Vito Schifani e alla moglie che si è trovata a vivere la stessa tragedia della signora Montinaro. Il silenzo ha invaso l'aulario, interrotto poi dalle dure e giuste parole della Montinaro: “A tutti i detenuti va data una seconda possibilità, ha detto con voce rotta dalla commozione, ma ai reclusi per mafia, camorra e ‘Ndrangheta no”. Chiaro il messaggio, il dolore di quel lutto di uomini che hanno dato la vita per lo Stato, ancora non è passato, ma queste famiglie spezzate dal dolore hanno saputo guardare oltre, come la serigrafia regalata fa intuire guardando oltre le tende e l'oscurità.

LA POESIA DEDICATA A VITO SCHIFANI

"Una morte ricordata ,con onore e dolore

per proteggere il giudice Falcone.

Era al volante mentre scortava

un magistrato la cui morte

non è stata un caso.

Vito Schifani, 27 anni aveva

quando lasciò una famiglia che lo attendeva

Al suo funerale un omaggio pronunciato

dalla moglie Rosaria, chiedeva giustizia,

offriva perdono a chi non meritava

un simile dono.

Ebbe la forza di guardare “oltre”

quelle tende di oscurità

che coprivano un mondo di crudeltà"

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