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Cruna: Abolizione canone fisso acqua, solo proclami

Recale - Sul "minimo impegnato" nelle bollette dell'acqua il sindaco di Recale Americo Porfidia continua a tentennare. Lo denuncia l'associazione "Cruna" che ha ingaggiato una lotta per far abolire questa sorta di canone fisso illegittimo dalla...

Sul "minimo impegnato" nelle bollette dell'acqua il sindaco di Recale Americo Porfidia continua a tentennare. Lo denuncia l'associazione "Cruna" che ha ingaggiato una lotta per far abolire questa sorta di canone fisso illegittimo dalla tariffazione del servizio idrico. La prima richiesta per eliminare il balzello risale ad aprile. "Sono trascorsi 140 giorni, quasi cinque mesi – dichiara Vincenzo De Angelis –, ma il minimo impegnato è ancora lì. Eppure, ci risulta che il segretario generale del Comune, Carmela Zanni, sia del nostro stesso avviso. Anche Porfidia, per la verità, in alcuni incontri che abbiamo avuto, sembrava convinto". Ciò nonostante, i cittadini continuano a pagarlo. E di esempi di enti che hanno già provveduto all'abolizione in Campania non mancano: Eboli, Maiori, Cava de' Tirreni, Gragnano, Capaccio Scalo, Giungano per citarne solo alcuni. "In giurisprudenza – argomenta De Angelis – è stato più volte ribadito che i Comuni, nella gestione del servizio idrico, possono determinare il canone sulla base della sola acqua effettivamente erogata". In effetti, quello di erogazione è un normale contratto di somministrazione di natura privatistica, soggetto alla disciplina del Codice civile. Il credito vantato, quindi, non può rientrare nella potestà impositiva, benché sia esigibile con gli strumenti propri delle entrate tributarie (ruolo e cartella esattoriale), ma rappresenta il corrispettivo pattuito in un legame contrattuale paritetico. "Ne consegue – aggiunge De Angelis – che la pretesa dei Comuni, basata su un consumo minimo presunto, fisso o forfetario, è illegittima, poiché squilibra il rapporto con l'utente e altera il vincolo di reciprocità sotteso ai contratti con prestazioni corrispettive. Tra l'altro, il pagamento di un canone che prescinde dalle quantità erogate favorisce comportamenti poco virtuosi: l'utente, ragionando nella logica "tanto pago lo stesso", è portato – conclude De Angelis – ad avvicinare il proprio consumo d'acqua alla soglia minima". Per eliminare il minimo impegnato occorre, innanzitutto, modificare il regolamento del servizio idrico. Ci starebbe, stando ad alcune voci, lavorando l'assessore alle finanze Andrea Mastroianni. Ma la convocazione di un consiglio comunale sull'argomento sembra ancora lontana.

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