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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Intervista a Michele Zannini, presidente provinciale Acli

Caserta - Sabato 29 settembre 2007, in tutte le piazze d'Italia, le ACLI organizzano manifestazioni per incontrare persone per alimentare i diritti di cittadinanzae soprattutto per motivare attenzine ai temi della sicurezza del lavoro e nel lavoro...

Sabato 29 settembre 2007, in tutte le piazze d'Italia, le ACLI organizzano manifestazioni per incontrare persone per alimentare i diritti di cittadinanzae soprattutto per motivare attenzine ai temi della sicurezza del lavoro e nel lavoro.
A Caserta l'iniziativa si tiene in Piazza Largo S'Agostino sabato dalle ore 09.00 alle ore 13.30. Saranno allestiti stand di informazione e comunicazione dal Patronato e da tutti i settori e servizi delle ACLI: Acliterra, Unione Sportiva Acli, CTA, Lega Consumatori, Servizio Immigrati e Colf, Unasp, CAFAcli.

Anche quest’anno, il Patronato ACLI promuove “Diritti in piazza” mobilitando operatori, volontari e tecnici che il 28 e 29 settembre incontreranno i cittadini. Cosa significa, portare i “Diritti in piazza”?


L’iniziativa “Diritti in piazza” nasce nell’ottobre 2005 per rispondere alla forte domanda di informazione e confronto proveniente dai cittadini. Allora si trattava della previdenza complementare, rispetto alla quale si consumava un dibattito tecnico-specialistico, pur trattandosi di una questione di grande rilevanza sociale che interpellava in futuro di milioni di persone e, contemporaneamente, le scelte di politica sociale ed economica, il piano dei diritti e delle solidarietà. Ci è stato chiaro sin da subito che la questione dei diritti andava riposizionata al centro, sia del dibattito con e tra i cittadini che della politica. Per questo la scelta della piazza, luogo simbolo della comunità e dell’incontro. E per questo anche il coinvolgimento ampio di tutta l’Associazione, ai vari livelli e articolazioni, e l’idea di configurare l’iniziativa come appuntamento stabile. “Diritti in piazza” nasce dunque da una contingenza e si pone oggi come opportunità di incontro, confronto, informazione, dialogo. Come un’ulteriore occasione per ribadire le vocazioni costitutive del Patronato ACLI: lavorare per i diritti di tutti e di ciascuno e fare dei diritti un discorso pubblico comune. Per noi delle Acli e del Patronato Acli, “metterci in piazza” significa essere tra la gente, ascoltarla, comprenderne i bisogni; significa mettere a disposizione le nostre competenze e la nostra esperienza. E significa lavorare perché tutti e ciascuno – donna e uomo, giovane e anziano, immigrato o meno – possano veder riconosciuti i propri diritti e avere presenti i propri doveri.


Quale sarà il tema di quest’anno?


“Diritti in Piazza” 2007 sarà dedicato al tema del “lavoro sicuro”, ovvero alla sicurezza del e nel lavoro.

Il tema del lavoro, profondamente costitutivo dell’identità delle Acli e della mission del Patronato Acli, ha bisogno, oggi più che mai, di essere collocato al centro della nostra riflessione politica come della nostra azione sociale e di servizio, al centro della scena pubblica come della vita quotidiana delle persone.


Il Patronato ACLI torna quindi nelle piazze focalizzando l’attenzione, ancora una volta, sulla sicurezza, sulla salute, sul lavoro. Perché questa esigenza?


Purtroppo, il tema del lavoro sicuro rappresenta oggi un’emergenza. Come ha ricordato il Presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero, “ogni giorno tre persone perdono la vita sul posto di lavoro”. In occasione di “Diritti in piazza”, avvertiamo l’esigenza di non abbassare la guardia perché la sicurezza sul lavoro deve diventare, e rimanere, una priorità nell’agenda politica italiana. Un importante traguardo è la legge n. 123 approvata il 1° agosto 2007 ed entrata in vigore il 25 agosto che prevede maggiori risorse da investire in prevenzione e sicurezza. Sulla questione è intervenuto più volte il Capo dello Stato, con moniti chiari e severi, definendola “un problema non nuovo ma più che mai scottante, che deve costituire oggetto di costante impegno nel presente e nel futuro”. Il Patronato ACLI ha dunque raccolto l’allarme lanciato da Napolitano, e alla vigilia della ripresa dell’attività politica, porta nuovamente all’attenzione questa priorità che riguarda tutti i cittadini.


Lei ha citato la legge n. 123 che prevede norme sulle sicurezza del lavoro. Ci sono grandi aspettative. Quali le novità più significative?


Innanzitutto maggiori risorse anche per incrementare il numero degli ispettori del lavoro e permettere controlli più numerosi. Per le aziende che risultino avvalersi di personale a nero, si può arrivare alla sospensione dell’attività, anche nei casi di mancato rispetto degli orari di lavoro e violazione reiterata delle norme sulla sicurezza. Viene inoltre stabilita la responsabilità del datore di lavoro in fatto di incidenti, mentre le imprese che investiranno nella formazione alla sicurezza dei lavoratori, potranno beneficiare di un credito di imposta (per un massimo del 50%) per il biennio 2008-2009. Si tratta di misure tutte necessarie per combattere il lavoro irregolare che spesso coincide con il lavoro non sicuro.


Come Patronato Acli, sostenete anche l’urgenza di creare una “cultura della sicurezza”…


Siamo convinti che educare ed informare sia alla base della prevenzione. Un elemento fondamentale riconosciuto anche dalla legge n. 123 che prevede l’inserimento della

cultura della salute e della sicurezza sul lavoro nei percorsi scolastici e formativi. Un’esigenza più volte sottolineata anche dal Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, secondo il quale “si tratta di un elemento significativo, perché occorre fare della sicurezza sul lavoro un diffuso valore innanzitutto culturale, che deve essere trasmesso alle nuove generazioni come elemento di impegno civile e sociale”.


Si è parlato molto di morti bianche e di incidenti, e soprattutto di un loro già chiaro incremento rispetto al 2006. Condivide questa preoccupazione?


Le cifre degli incidenti e dei morti sul lavoro sembrano un vero e proprio bollettino di guerra: ogni giorno muoiono 3 persone; 100 al mese, circa 1.300, secondo le previsioni, nel corso di quest’anno. Previsioni che attestano un aumento degli incidenti mortali che nel 2006 sono stati 1.280, mentre sono stati 928.000 i lavoratori vittime di incidenti nel 2006, un numero che supera quello degli abitanti dell’Umbria! Secondo i dati INAIL, le morti bianche nel 2006 sono aumentate del 2,2%, e gli incidenti, nei primi 4 mesi del 2007, sono diminuiti del 2%. Se si prendono come riferimento i dati degli ultimi 4 anni, sono 5.252 i lavoratori che hanno perso la vita. Un numero di gran lunga superiore a quello dei soldati occidentali morti – nello stesso periodo – nella guerra in Iraq… Bisogna anche ricordare gli incidenti che non vengono denunciati o dichiarati come avvenuti altrove, che secondo l’INAIL ammontano a 200.000 all’anno. Sono numeri che esigono delle risposte, perché gli incidenti sul lavoro, come ha sottolineato il Ministro Damiano, non possono essere considerati tragiche fatalità, da accettare con rassegnazione. Sul lavoro dignitoso e sicuro si èspesso fatta sentire la voce della Chiesa. Numerose le Encicliche che hanno focalizzato l’attenzione sul lavoro irregolare quale elemento “di sfruttamento, collegato con la mancanza di sicurezza nel lavoro ed anche di garanzie di salute circa le condizioni di salute e di vita dei lavoratori e delle famiglie”, come ricordava Papa Giovanni Paolo II nella “Laborem exercens” del 1981.


Quali sono le categorie più colpite da questi incidenti e dalle morti bianche?


Sono giovani, donne e stranieri. Una ragione in più per il Patronato ACLI, per dedicare “Diritti in piazza” ai temi della sicurezza del lavoro, perché per noi, la tutela delle fasce più deboli della popolazione rappresenta, da sempre, un’assoluta priorità. Per quanto riguarda la presenza straniera in Italia, oggi pari a circa 2,7 milioni di persone, si registra un incremento dell’occupazione proprio nei settori più a rischio, come quello edile, metallurgico e dei trasporti. Rischi che nel 2006 hanno prodotto 116.000 denunce, coinvolgendo lavoratori con un’età media di 35 anni. Alla base dei maggiori

rischi che vedono interessati la popolazione straniera, anche la scarsa esperienza e l’inadeguata formazione. Inoltre, su 9 milioni di donne che lavorano, 230.000 hanno subito un infortunio nel 2006, più di 120.000 sono rimaste invalide, 93 i casi di morte.


In conclusione, quale sarà l’obiettivo degli incontri, dibattiti, spettacoli, iniziative che, in occasione di “Diritti in piazza” 2007, affronteranno il tema del lavoro sicuro?


Il Patronato ACLI intende parlare ogni giorno di questo tema, e non solo nelle ricorrenze o in occasione di quelle che, sul posto di lavoro, stanno diventando vere e proprie stragi. E’ bene ricordare gli incidenti mortali registrati proprio il 1° maggio, o le 4 morti avvenute in Puglia il 1° agosto, mentre alla Camera si approvavano le nuove norme per la sicurezza sul lavoro, o i 3 lavoratori, di cui un minorenne, che hanno perso la vita l’8 agosto, nella ricorrenza della tragedia di Marcinelle che costò la vita a 226 minatori: 136 erano italiani. Ma quella tragedia avveniva 51 anni fa! Oggi non si possono più tollerare incidenti sul lavoro che possono essere evitati se rispettate le regole di sicurezza. Non possiamo tollerare storie drammatiche come quella del lavoratore fatto a pezzi dopo la morte, perché non in regola, perché straniero. Accade spesso di ritrovare cadaveri abbandonati nei cantieri, nella campagne, o feriti lasciati davanti agli ospedali, ma non si può arrivare a tanto per nascondere la realtà del lavoro nero. Non dimentichiamo, infine, che gli infortuni sul lavoro hanno un costo pari a 41 miliardi di euro all’anno.


Accanto all’opera di informazione ed educazione, in concreto, quali strumenti mettete a disposizione di coloro che, a causa del lavoro insicuro, rimangono infortunate, o dei familiari di coloro che perdono la vita…


Il Patronato ACLI ha attivato da tempo lo “Sportello Salute”, proprio per rispondere alle esigenze dei cittadini colpiti dal dramma degli incidenti e delle morti sul lavoro. Ben conosciamo, purtroppo, il dramma che comporta il già tragico evento di un incidente o di una morte sul lavoro. Conosciamo il dolore, la solitudine e le infinite difficoltà che si trova ad affrontare una famiglia che, di colpo, perde una persona cara e spesso anche l’unica fonte di sostentamento. Siamo accanto, attraverso Sportello

Salute, ai cittadini vittime di questa piaga, e li assistiamo per il riconoscimento delle tutele sociali nei casi di malattia, invalidità, handicap e non-autosufficienza. Inoltre, in base alla legge sui Patronati, il Patronato ACLI garantisce ai lavoratori l’assistenza necessaria per il conseguimento delle prestazioni di carattere socio-assistenziale e per quelle erogate dal Servizio sanitario nazionale. Il Patronato ACLI è a competa disposizione dei lavoratori e di ogni cittadino. Per accedere ai nostri servizi, è possibile prenotare un appuntamento con i nostri esperti chiamando il numero verde 800.74.00.44 o direttamente dal nostro sito www.patronato.acli.it.

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