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Ampliamento area 'dop' mozzarella: Natale e Sgambato bocciano proposta Caputo

"Bisogna opporsi a speculazioni industriali su un prodotto locale di eccellenza"

Estendere l'area della Mozzarella Dop. E' stata questa la proposta dell'assessore regionale all'Agricoltura Nicola Caputo. Una proposta che dopo gli abbattimenti per la brucellosi (con il 98% dei capi risultati poi sani ai controlli post mortem) rischia di trasformarsi in un boomerang con la filiera della mozzarella che rischierebbe di essere 'scippata' alla provincia di Casera, dove insiste gran parte degli allevatori e dei produttori. Questo il motivo della reazione del fronte comune composto dal sindaco di Casal di Principe Renato Natale, vicino alle posizioni degli allevatori dall'inizio della battaglia per gli abbattimenti, e dell'ex parlamentare del Pd Camilla Sgambato.

"La filiera bufalina è un pilastro dell’economia italiana e della Campania, oltre che patrimonio di una coscienza collettiva condivisa, grazie innanzitutto agli allevatori, ai caseifici ed alla forza del Consorzio tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop - si legge in una nota congiunta - La Mozzarella di bufala campana è il secondo Formaggio Dop Italiano ed il primo del Sud Italia e viene prodotto dai caseifici che insistono nell’area di produzione, secondo un rigido disciplinare, per il quale la Mozzarella di Bufala Campana deve essere realizzata esclusivamente con il latte prodotto dagli allevamenti di Bufala mediterranea Italiana e nei caseifici che insistono nell’area della Mozzarella di Bufala Campana dop, dove è stata dimostrata la storicità delle produzioni dal 1600 circa".

“Peraltro, i disciplinari Dop vengono approvati con DPCM su richiesta dei produttori di filiera e del consorzio di tutela e su proposta del ministero dell’Agricoltura dopo un iter che vede protagonisti il Consorzio di Tutela, gli allevatori e l’Unione Europea. Il relativo marchio viene concesso in base alla dimostrata storicità delle produzioni. Per questa ragione, esprimiamo i nostri dubbi sulla proposta avanzata dall’assessore regionale all’Agricoltura, dato che l'area Dop è, come ben sa Caputo, già troppo estesa”, spiegano il primo cittadino di Casal di Principe e l’ex parlamentare democratica. 

“Il nostro territorio e la sua produzione sono stati già mortificati dai piani regionali di eradicazione della brucellosi e della tubercolosi bufalina che hanno determinato, negli ultimi 10 anni, l’abbattimento, per sospetta infezione, di oltre 140 mila capi bufalini, risultati, poi, nel 97% sani alle indagini post-mortem, e la conseguente chiusura di oltre 300 aziende, con la perdita di almeno 5.000 posti di lavoro. Bisogna opporsi alle evidenti speculazioni industriali su un prodotto locale di assoluto pregio ed eccellenza, ed evitare di sottrarre al Casertano il suo primato riconosciuto nel mondo”, concludono Natale e Sgambato.

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