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La guerra del supermercato, Apicella ci va giù duro: "E' ora di dire la verità"

Il consigliere di opposizione: "Vicenda dai contorni oscuri"

“Anche le questioni private assumono i contorni di una farsa e, mentre danneggiano gravemente cittadini ed imprenditori – locali e non - bloccano attività commerciali, produttive, occupazionali e sociali”. Ci va giù pesante il consigliere comunale di opposizione, Michele Apicella, nella vicenda che vede di fronte il Comune e la signora Rosaria Monaco, cugina della moglie dello stesso avvocato Apicella.

Il 30 gennaio ci sarà la decisione del Tar ma Apicella, che fino ad oggi non era mai entrato nella vicenda che coinvolge anche i gestori del centro commerciale Decò, ora punta il dito per quella che è “una vicenda dai toni oscuri e, allo stato dei fatti, non ancora proiettata alla risoluzione definitiva della cosa”.

Rosaria Monaco, ha dato in affitto alla Decò il locale di sua proprietà posto al piano terra del “condominio Viktoria”, in via N.S. Antonio. Nell’imminenza dell’apertura del Centro Commerciale, sono state sollevate, da parte del Comune una serie di dinieghi, per presunti abusi, che ne hanno impedito l’apertura e l’inizio dell’attività.

“Ci sono troppi punti oscuri – dice Apicella -. Nessuno dice chiaramente quali siano i presunti abusi e soprattutto perché, nonostante i sopralluoghi, da oltre un mese non siano stati recapitati a Monaco le risposte dei rilievi. Al sindaco Sagliocco chiedo chiarezza e verità: se qualcuno ha delle responsabilità si facciano emergere, senza nascondersi dietro ad un dito. Il sindaco ha parlato di ‘sanatorie maldestre’ sull’immobile. Sta mettendo in discussione quanto hanno operato i Commissari prefettizi ed i tecnici da loro stessi nominati? Sono accuse gravi, soprattutto contro dirigenti della Prefettura che hanno fatto semplicemente il loro lavoro, applicando leggi e regolamenti. Sagliocco fa continuamente riferimento a “sopralluoghi effettuati”: chi ha fatto questi sopralluoghi? Con quale competenza? Con quale autorità? Quali sono le risultanze dei sopralluoghi? Esistono dei verbali in merito? Chi li detiene? Cosa contengono? Anche perché, da quanto mi è dato sapere, in una prima occasione, un tecnico dell’ufficio Lavori pubblici è arrivato nello stabile in questione, in via Nuziale Sant’Antonio, ma praticamente non ha fatto nulla perché sprovvisto di documentazione; successivamente, un altro tecnico, attuale responsabile dell’area Urbanistica, è stato pochi minuti, perché, a suo dire, era stanco”.

Apicella interviene anche sulla tempistica “esemplare, quasi ad orologeria” della compagine tecnica amministrativa del Comune. Infatti alla prima comunicazione di diniego della Segnalazione Certificata dell’Agibilità, la signora Monaco presentava ricorso al Tar che disponeva la sospensiva del provvedimento. Poco dopo l’avvenuta notifica di questo provvedimento del Tar, la macchina comunale generava una ulteriore sospensione, costringendo la Monaco, ad un ulteriore (secondo) ricorso al Tar, che concedeva una ulteriore sospensione del provvedimento Comunale e di tutti gli atti relativi. La vicenda parte il 29 novembre 2018, con nota n° 15490, l’architetto Elena Bassolino, quale responsabile dell’Area Urbanistica e LL.PP., comunicava che “permane la sospensione della Segnalazione Certificata per l’Agibilità” dello stabile in questione, sulla scorta della segnalazione da parte del “locale Comando di Polizia Municipale di presunti abusi edilizi”.

A leggere questo atto, l’architetto Bassolino ha emesso questo provvedimento su una specifica segnalazione del Comando della Polizia Municipale. “In effetti questo non corrisponde al vero, tanto che, in data 2 gennaio con prot. n° 0009/P.M., il Comandante della Polizia Municipale inviava una nota alla sig.ra Monaco, agli Uffici Comunali interessati (Urbanistica e LL.PP.) ed al sindaco per fare definitiva chiarezza – dice Apicella -. Lo stesso così scrive: “Nella nota oggettivata a firma dell’arch. Elena Bassolino, indirizzata alla Sig.ra Monaco Rosaria, proprietaria del piano terra del “condominio Viktoria” (futura attività commerciale), si legge a chiare lettere: “in relazione a quanto in oggetto segnato, viene comunicato che per il fabbricato in oggetto sono stati segnalati, dal locale Comando di Polizia Municipale, presunti abusi edilizi, per i quali sono in corso le opportune verifiche”, è palese, che con la comunicazione de qua l’Ufficio Tecnico Comunale, pare abbia “scaricato” responsabilità sul personale della Polizia Locale. Ciò non corrisponde a verità”.

In definitiva, capisco solo che, con questi continui rimpalli, sono stati determinati vari provvedimenti di sospensione e due ricorsi al Tar, che ha emesso altrettante sospensive dei provvedimenti comunali. Ancora una volta, sperimentiamo l’inadeguatezza dell’amministrazione, considerato che, l’insieme di questi provvedimenti, ha generato solo incarichi dati a professionisti (provenienti tutti dalla stessa area). Un accanimento che certamente non fa onore a chi gestisce la cosa pubblica e, soprattutto, perché dimostra che i cittadini non sono tutti uguali. Come dicevo, questi atteggiamenti, questi fatti, danneggiano gravemente cittadini ed imprenditori, bloccando attività commerciali, produttive, occupazionali e sociali. È questa la giusta procedura amministrativa o è solo accanimento, magari anche di natura politica?”.

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