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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Terremoto in Comune, Apicella a Sagiocco: "Ritorsione politica? Non scarichi a noi le colpe..."

L'ex candidato sindaco replica alle parole del primo cittadino indagato

Tirato in ballo dal sindaco di Trentola Ducenta Andrea Sagliocco che ha riferito, precisamente, che l’architetto Raffaele Marino ha fatto campagna elettorale “contro la coalizione” di maggioranza e quindi di conseguenza a favore di Michele Apicella, l’avvocato, esponente di opposizione, sente il “dovere istituzionale, quale capo dell’opposizione, di intervenire”.

Secondo l’ex candidato sindaco, Sagliocco “non può, nella situazione in cui si trova, provare a scaricare eventuali (e tutte da dimostrare) responsabilità sempre sull'opposizione. Ma come gli viene in mente di additare la responsabilità di quest’operazione all’opposizione dicendo che “non escludo che possa aver mosso delle accuse così infamanti per una mera ritorsione politica”? Forse il sindaco non ha ancora ben compreso quali siano le accuse a lui ed altri rivolte. Hanno capito bene che si parla di “concussione, favoreggiamento, abusi, illeciti di varia natura”? Ripeto, sono tutte cose che sono poste al vaglio degli inquirenti e che devono essere dimostrate. Non sarò certo io a fare un processo mediatico ed a condannare (se del caso), prima del tempo. Fino a quando chiarezza, e chiarezza totale, non sarà fatta, c’è la presunzione di innocenza per chiunque. Perché per educazione, indole e professione, sono e resterò sempre garantista, nel più assoluto rispetto dei dettami legislativi nazionali. Per cui, ritengo che un intervento della Magistratura, non possa determinare l’automatica condanna di chicchessia”.

Ciò premesso Apicella ritiene che “un’azione della Magistratura così massiccia, così determinata non poggi, di certo, sul sentito dire o sul fatuo. I fatti riportati dagli organi di informazione mi hanno indotto a pensare che l’azione di ieri, possa essere partita da lontano. Mettere sotto controllo audio-video l’ufficio di un “rappresentante dello stato” non è certo cosa che viene realizzata con faciloneria e superficialità. Non sta a me, per ora, capire quali ne siano state le cause scatenanti. Sono certo che sarà proprio la Magistratura a fare chiarezza e dare atto delle eventuali responsabilità che possono (o meno) essere attribuite alle persone coinvolte. In modo del tutto estemporaneo, però, una considerazione la pongo all’attenzione dei Cittadini: se dopo circa sei mesi questa è l’azione più eclatante che ha generato l’amministrazione, cosa ci riserverà il futuro? Vale qui la pena ricordare che, dal suo insediamento, la maggioranza, non ha ancora realizzato nulla di concreto. Basti ricordare i “colpi da mano” fatti. Mi riferisco allo scandalo della chiusura della Piazza P. Paolo Manna, alla questione relativa all’apertura del supermercato “Decò” e, da ultimo, ma non per ultimo, il pessimo stato in cui sono ridotti i rifacimenti stradali di recente realizzati (una per tutte, via Bovaro). Per la piazza, l’ho già ripetuto in più occasione, non si è tenuto conto delle necessità dei commerciati e dell’Ufficio Postale, lì ubicati. Per il “Decò”, continuo a chiedere, come mai dopo due provvedimenti di revoca delle autorizzazioni, per altro rilasciate dalla Commissione Straordinaria, a cui hanno fatto seguito due sospensive del TAR, all’improvviso, poco prima che venisse realizzata la trattazione del caso presso il TAR competente, al comune, qualcuno si è accorto che avrebbe potuto sbagliare, e con un provvedimento in “autotutela”, ha prodotto le necessarie autorizzazioni? Perché far venir meno il giudizio finale del TAR Campania, sicuramente positivo e di condanna all’ente pubblico, solo all’ultimo minuto? Non si poteva verificarlo prima? I politici locali dov’erano? Non avremmo potuto far risparmiare al comune le parcelle per i tecnici ed i legali che sono stati interessati? Fidando pienamente nell’operato della Magistratura, auspicando quanto prima, il completamento del lavoro degli inquirenti, consiglierei al sindaco ed alla sua maggioranza di compiere un atto di responsabilità, presentando, in massa, le loro dimissioni. Questo sì che sarebbe un gesto chiaro e di disponibilità all’accertamento della verità”.

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