Allevatori annunciano ricorso al Consiglio di Stato: "Caputo non si illuda"
"Tutto è pronto, ci aspettiamo di trovare condizioni di ascolto meno sensibili al rispetto degli equilibri politici"
Il Tar ha dato ragione alla Regione Campania nell’ambito del ricorso presentato dagli allevatori bufalini contro il piano di eradicazione della Brucellosi. Un sentenza che, a loro dire, era stata messa “abbondantemente nel conto in ragione della dinamica consolidata che ha visto, negli anni, una prassi confermatoria che non ha mai messo effettivamente in discussione le azioni della Regione”.
Il portavoce del Coordinamento unitario degli allevatori bufalini, Gianni Fabris, si scaglia invece contro l’assessore regionale all’agricoltura Nicola Caputo: “Compulsato dall’ansia di cantare vittoria forse perché vede con preoccupazione avvicinarsi l’ora della competizione elettorale alle Europee. Quello che adesso deve essere chiaro a tutti e soprattutto a Caputo ed ai dirigenti della struttura regionale, che c’è poco da parte loro da cantare vittoria” sostiene Fabbris “come sapevamo di dover fare e come gli allevatori sono stati costretti a fare in questi anni di fronte alla sequela di sentenze confermatorie del TAR Campania, tutto è pronto per il ricorso al Consiglio di Stato dove, ci aspettiamo, troveremo condizioni di ascolto meno disponibili ad ascoltare solo le ragioni di una parte e meno sensibili al rispetto degli equilibri politici”.
Fabbris aggiunge: “Quello che colpisce nella sentenza dei giudici del TAR Campania che ha rigettato il ricorso degli allevatori non è l’esito, ma la forma che è praticamente un copia incolla delle tesi della Regione Campania e delle altre sentenze che il Tar ha emesso in questi anni senza che ci sia uno straccio di segnale che tenga conto delle molte modifiche e novità intervenute nel frattempo sia in sede giurisdizionale che in sede politica sia per l’evidenza di molte questioni che sono emerse nei due anni alle nostre spalle. Più che entrare nel merito delle questioni sollevate, i giudici della Campania, in buona sostanza, sembrano affermare il principio per cui chi gestisce il Piano ha sempre ragione a prescindere, usando il principio di precauzione come clava per non argomentare il merito. E il merito è semplice: la Regione Campania fallisce da oltre dieci anni in quello che in altre regioni d’Italia e d’Europa riescono con esito positivo e in 2/3 anni.”.