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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Allevatori chiedono le dimissioni di Limone. Sospeso sciopero della fame per una settimana

Prosegue la protesta del comparto bufalino contro il piano per l'eradicazione della brucellosi: "Hanno fallito"

Gli allevatori bufalini chiedono le dimissioni del direttore dell'Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno Antonio Limone e degli esperti che hanno elaborato il piano. E' quanto emerso nel corso della conferenza di oggi del coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino che ha messo nero su bianco cinque punti imprescindibili per la riapertura del dialogo.

“Di fronte al fallimento della strategia della Regione nella eradicazione della Brc e Tbc e al venire avanti, parallelamente, di un consolidato sistema di cordate speculative che in questo fallimento stanno alimentando i propri interessi, serve una politica nuova e scelte nuove che mettano le comunità, gli allevatori e gli agricoltori piccoli e medi e i trasformatori artigiani nella condizione di riprendersi il controllo della filiera diventando protagonisti del rilancio di un settore strategico - dichiara il portavoce Gianni Fabbris - Il Movimento lavora a risolvere il problema della Brc e della Tbc come prima condizione per inserire a pieno la filiera bufalina nel processo di conversione agroecologica di cui il Paese ha sempre più bisogno".

"A che punto siamo? - ha proseguito Fabbris - siamo in una fase di crescita della nostra iniziativa che si va sempre più allargando e sta registrando sempre più adesioni fra i sindaci, le Associazioni, i Sindacati le singole persone sia nel territorio che nazionali mentre appare sempre più evidente la difficoltà in cui sono le nostre 'controparti', ovvero quelle istituzioni che dovrebbero dare risposte ma che, al contrario, sono impantanate in contraddizioni, rotture, bizantinismi mentre ostentano un giorno supponenza, il giorno dopo disponibilità ad un confronto che non arriva, l’altro ancora un decisionismo di facciata che non decide nulla e dietro i post sui social crea solo cortine fumogene. E intanto i problemi incancreniscono e la crisi aumenta".

Il riferimento di Fabbirs è al "tavolo di trasparenza che, è sempre più chiaro, serve solo a ratificare le scelte adottate dai super esperti nominati dalla Regione senza poter modificare in realtà nemmeno una virgola come ha candidamente ricordato Antonio Limone nell’ultimo incontro relegando il ruolo degli allevatori e dello stesso Assessore a mere cinghie di trasmissione delle scelte del gruppo di esperti che gli fanno riferimento”. Fabbris ha invitato gli allevatori che hanno scelto di sedere in quel tavolo ad abbandonarlo “per dignità e coerenza: avevamo ragione noi, ancora una volta. Ora prendetene atto. Oggi - dice ancora - noi abbiamo messo in campo un vero esercizio di democrazia, di partecipazione e di trasparenza: gli allevatori con il Coordinamento esprimono una chiara e matura posizione autonoma e responsabile;  dalla politica, piuttosto, vorremmo chiarezza e responsabilità e vorremmo sapere: chi decide? il gruppo dei tecnici o gli eletti? Tutto ci fa dire che la politica ha fatto un passo indietro e questo è un passaggio grave per la democrazia e per gli interessi collettivi; per questo e nell’interesse delle istituzioni oggi noi chiediamo formalmente alla Regione Campania di ritirare le deleghe ad Antonio Limone ed al gruppo di esperti con lui nominato per sovrintendere la scrittura del Piano. Questo va fatto sia perchè quel gruppo ha fallito (come farebbe qualsiasi imprenditore che abbia a cuore le sorti della propria impresa) sia perchè le istituzioni dovrebbero prevenire con l’avvicendamento il formarsi di rendite di posizione e di comportamenti non utili a facilitare le soluzioni ed ad assicurare gli interessi collettivi piuttosto che le consorterie".

Fabbris, subito dopo la conferenza stampa, ha partecipato ad un incontro con gli allevatori per formalizzare la richiesta di dimissioni di Limone. Sulla richiesta di allontanamento dalla struttura degli esperti incaricati con delibera della Regione a elaborare il Piano, il Coordinamento annuncia la formalizzazione di una istanza al Presidente del Consiglio Regionale ed ai Capigruppo che verrà inviata lunedi. Al Consiglio Regionale, di cui Fabbris riconosce il ruolo postitivo in questa fase e cui il Coordinamento conferma l’impegno al confronto, sempre nella giornata di lunedi,  verrà formalizzato anche una proposta in 5 punti per “riaprire il confronto con le istituzioni”, punti illustrati succintamente in conferenza stampa in cui sono stati offerti come”la condizione minima, i 5 punti imprescindibili, per cominciare a discutere concretamente di un piano più compiuto e permettere al Commissario l’avvio condiviso per un lavoro delicato che, comunque, ha un solo fondamento: l’applicazione del piano (che dunque deve essere almeno credibile se pur migliorabile.

I punti: implementare l’autocontrollo in maniera piena (tutto quello che può fare il veterinario della ASl può farlo anche il veterinario aziendale secondo la logica per cui è l’impresa a farsi carico dell’eradicazione con il pubblico nella funzione di controllore); definire le modalità di individuazione dei casi positivi per come la indica l’articolo 9 del Regolamento Comunitario 689/2020 (e non interpretandolo come pretende di fare il Piano continuando nella logica perdente e colpevole che ha portato a centinaia di migliaia di abbattimenti con una percentuale ridicola, parti all’1.4% di casi realmente positivi); riformulare gli obblighi delle imprese, la biosicurezza e il ripopolamento con parametri razionali e credibili e non inapplicabili, inutili e punitivi per le imprese; attuare la vaccinazione con criteri pieni ed efficaci tali da perseguire l’obiettivo della prevenzione e del contenimento e non con la logica di farla fallire come appare adesso; attuare misure di sostegno reali anche economiche per sostenere le aziende in crisi e per rilanciare gli investimenti (mancato reddito, certezza degli indennizzi, finanziamento del consolidamento aziendale).

Infine Fabbris ha annunciato l’agenda delle iniziative in corso fino al 12/13 luglio (data della manifestazione a Roma con una due giorni articolata fra l’appuntamento della manifestazione nazionale degli Stati Generali in Difesa del Patrimonio Bufalino e la giornata di coordinamento della campagna nazionale “Salviamo i territori, Salviamo l’agricoltura artigiana”. Due le tappe importanti fino ad allora (mentre si svilupperà un fitto calendario di iniziative tematiche come quella con i Medici e i Consumatori sulla questione della Sicurezza Alimentare): la prima è venerdi 17 giugno con una serata di lancio della Campagna Nazionale, la seconda è il 2 di luglio con una manifestazione popolare con i trattori ad un anno di distanza da quella che portò 140 trattori in corteo da Casal di Principe ad Aversa. Intanto a partire da oggi e fino al 17 giugno è sospeso lo sciopero della fame che ha già visto decine di persone avvicendarsi dal 18 maggio; lo sciopero della fame riprenderà il 17 giugno durante la serata di lancio della manifestazione nazionale e sosterrà i nuovi obiettivi del movimento con decine e decine di testimonial già iscritti per continuare la staffetta.

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