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Villa con sala giochi e piscina ma è tutto abusivo. "Si deve demolire"

La decisione del Tar sul ricorso dei proprietari: "E' infondato, non c'è possibilità di una sanatoria"

E’ dovuto intervenire il Tar sul ricorso presentato da un cittadino di San Cipriano d’Aversa contro il Comune. Si parla di un procedimento partito nel 2014 con un’ordinanza di demolizione firmata dalla commissione straordinaria. In pratica l’amministrazione comunale ha contestato al cittadino sanciprianese la realizzazione di opere abusive nell’immobile di via Padre Pio, con una serie di ampliamenti non previsti all’interno del permesso di costruire. Si parla di circa 70 metri quadri in più nel piano seminterrato, nuove finestre nel piano rialzato così come la presenza di un Wc non previsto nel PdC. In più c’è addirittura un piano rialzato non previsto nei titoli autorizzativi con la realizzazione di un locale mansardato insistente per l’intera sagoma del primo piano, con wc utilizzato a locale sala giochi e anche due locali. E non finisce qui perché c’è anche sul lato prospiciente la strada vicinale Crapolla, sulla parte di proprietà esclusiva è presente una piscina con gazebo e locali wc posti al lato nord, il tutto non autorizzato. 

Insomma una serie di abusivi che secondo il ricorrente potevano in pratica essere ‘sanati’ con una sanzione amministrativa perché “occorre considerare che non risulta possibile demolire un seminterrato senza compromettere la statica dell’immobile”, con questa dichiarazione correlata anche da una relazione tecnica intesa a sostenere che la demolizione delle opere abusive “arreca grave pregiudizio statico per la parte legittimamente realizzata ed in particolare per le strutture portanti”.

Per il giudice del Tar però il ricorso è “infondato”. In quanto “non risulta assentibile” la possibilità di “una sanatoria anche di carattere pecuniario” in quanto si tratta di “consistenti modifiche apportate ad un immobile condonato realizzato in area classificata EP – Parco a tutela agricola del PRG in zona soggetta a vincolo sismico di II categoria”. Poi “per giurisprudenza pacifica anche la costruzione abusiva di una piscina con annessi locali, gazebo permanenti e wc deve ritenersi soggetta a ordine di demolizione”. E quindi il giudice del Tar “condanna la parte ricorrente al pagamento delle spese di lite che liquida in 1.500 euro oltre accesssori come per legge”.

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