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Il bunker di Zagaria cade sotto i colpi della ruspa

Città blindata per l'arrivo del ministro Piantedosi e per il Governatore De Luca

Un lungo applauso ha accompagnato l'accensione della ruspa che, intorno alle 11,30, ha iniziato la demolizione della villa di via Mascagni a Casapesenna che ha ospitato l'ultimo bunker del superboss del clan dei Casalesi Michele Zagaria, dove è stato arrestato il 7 dicembre del 2011. 

Sono iniziate così, alla presenza del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, le operazioni di abbattimento dell'immobile in seguito all'individuazione di alcuni abusi. Il progetto di abbattimento è stato realizzato dai vigili del fuoco - che cureranno anche le operazioni di demolizione - ed è finanziato dalla Regione Campania con circa 100mila euro. Si prevede l'abbattimento totale del fabbricato, fino al raggiungimento della 'quota zero'. L'ultima fase, invece, sarà dedicata al tombamento del covo.

Ci vorranno dodici giorni per abbattere la "villa bunker". Questo il termine fissato dai vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta, che si occuperanno delle quattro diverse fasi previste dal cronoprogramma degli interventi. "In questa operazione lo Stato c'è in tutte le sue declinazioni - commenta Laura Lega, capo del dipartimento dei Vigili del Fuoco - È un'operazione completa con Ministero dell'Interno, forze di polizia e vigili del fuoco impegnati ognuno nel fare la propria parte nella lotta alle mafie". Una volta ripulita dalle macerie l'area sarà consegnata al comune di Casapesenna per la realizzazione di una piazza che "sarà dedicata alle vittime della camorra", conferma il sindaco Marcello De Rosa.

Demolizione bunker Zagaria a Casapesenna

Già poco prima delle 10 via Petrillo e la stessa via Mascagni erano blindatissime per l'occasione. Oltre all'imponente spiegamento di forze dell'ordine - polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale - erano presenti diverse autorità dal prefetto Giuseppe Castaldo, al governatore Vincenzo De Luca fino ai parlamentari casertani Zinzi, Santillo, Cerreto e Cangiano oltre all'ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho oggi parlamentare dei 5 Stelle, l'attuale procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e il procuratore generale della Corte d'Appello di Napoli Lugi Riello.

Autorità ma non solo. Ci sono i residenti della zona, incuriositi dai numerosi cronisti accorsi in via Mascagni per l'abbattimento. "Quei soldi potevano essere spesi per costruire qualche casa per i nostri giovani invece che per abbatterne una", dice una donna residente a due passi dalla 'villa-bunker'. E mentre le ruspe iniziano ad abbattere la struttura qualcuno ricorda quel 7 dicembre: "Ci trovammo le forze dell'ordine sui tetti delle case", raccontano. "Poi per 12 lunghi anni su quella villa è calato il silenzio fino ad oggi". Soddisfatto dell'abbattimento anche l'assessore Francesco Cavaliere che commenta: "Finché quella struttura sarebbe rimasta in piedi saremmo stati marchiati. Adesso abbiamo cancellato quel marchio. Ci abbiamo messo 10 anni ma ci siamo riusciti".

Via Mascagni così potrà essere ricordata come un luogo nel quale la camorra ha perso contro la forza di uno Stato che continua - ogni giorno - coi propri uomini a tentare di 'chiudere' la difficile parentesi della criminalità in un territorio che - pian piano - si sta riappropriando della propria libertà e della propria vita, allontanando anche l'ombra di chi ha - in passato - negato il futuro di migliaia di persone, tanti dei quali anche completamente distanti da un mondo che è definito - non a caso - della 'malavita'.

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