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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Abbattimento bufale ‘infette’, è allarme: "Uccisi oltre 9mila capi in sei mesi"

Ferdinando Letizia preoccupato: "Così si decreterà la morte dell'intero comparto"

Aziende zootecniche ed allevatori bufalini ancora nel limbo per l'annosa questione degli abbattimenti dei capi di bestiame affetti da tubercolosi e brucellosi. In vista del tavolo tecnico che si terrà l'8 settembre in Regione Campania tra rappresentanti di categoria, Asl Veterinaria e rappresentanti regionali, l'associazione degli allevatori e produttori di latte bufalino della provincia di Caserta, con a capo l'avvocato Ferdinando Letizia, fa il punto della situazione. "Solo in provincia di Caserta il numero dei capi di bestiame abbattuti dal 1 gennaio 2020 al 30 giugno 2020 è di circa 5058 capi abbattuti perché positivi alla brucella e 4000 poiché positivi alla tubercolosi -spiega l'avvocato Letizia a Casertanews - Un dato impressionante che prospetta una situazione di disperazione più totale giacché con questi ritmi verranno abbattuti circa 20.000 capi di bestiame all'anno. Si decreterà così la morte dell'intero comparto bufalino".

Ecco che è stata promossa una petizione per l'utilizzo del vaccino contro gli abbattimenti da brucellosi e tubercolosi che ha già raccolto oltre 500 firme. "I punti su cui stiamo focalizzando la nostra attenzione sono essenzialmente la revoca della delibera regionale 207/2019 - sottolinea Letizia - secondo cui per un capo di bestiame infetto è previsto l'abbattimento volontario con un ristoro irrisorio di circa 1000 euro per capo abbattuto. Se l'allevatore non provvede entro 15 giorni dalla riscontrata positività è previsto l'abbattimento coattivo senza alcun ristoro. Una situazione incresciosa risolvibile con l'introduzione di un vaccino che sicuramente darebbe un minimo di respiro per le aziende zootecniche e gli allevatori. Anche un piano di intervento non è stato ancora adottato. Nelle more dell'adozione quindi sarebbe il caso di velocizzare l'indennizzo per i capi abbattuti e prevedere un piano economico per il mancato reddito prodotto dall'intero comparto a causa delle riscontrate positività che creano comunque una iniqua battuta d'arresto nell'intera economia della filiera bufalina".

Ingenti sono le perdite subìte e che continueranno a subire ogni fattore che graviti intorno alla filiera bufalina tra l'impotenza dei partecipanti e le lungaggini della burocrazia. "Non siamo allettati dall'ennesima passerella politica che auspica una risoluzione immediata del problema - afferma Ferdinando Letizia - perché senza concretezza alla fine del periodo propagandistico i problemi della filiera rimarranno quelli, anzi con qualche disillusione ed amarezza in più negli allevatori".

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