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ComER: Lo Uttaro non deve rappresentare l'alternativa alla chiusura di Chiaiano e Tufino

Caserta - "A proposito della discarica casertana a Lo Uttaro, un ben verificato disastro ambientale che ancora incombe su 200 mila abitanti di Caserta e dei comuni circostanti, il quotidiano La Repubblica di mercoledì 5 gennaio 2011 si è sbagliato...

"A proposito della discarica casertana a Lo Uttaro, un ben verificato disastro ambientale che ancora incombe su 200 mila abitanti di Caserta e dei comuni circostanti, il quotidiano La Repubblica di mercoledì 5 gennaio 2011 si è sbagliato, come si sbagliano i nostri decisori politici. Al contrario di quel che ha scritto la Repubblica Lo Uttaro non può e non deve "rappresentare l'alternativa per compensare il tracollo che seguirà alla chiusura delle discariche di Chiaiano e Tufino". Tracollo che se, com'è certo, ci sarà, si dovrà addebitare ancora una volta ad una politica affarista, stavolta tutta di centrodestra, che invece di affrontare e risolvere il problema (e le soluzioni le abbiamo da tempo indicate) continua ad inseguire il business di enormi e costosi inceneritori e nel frattempo riempie la Campania di pericolosissime discariche, autorizzate da una legge micidiale a ricevere anche rifiuti pericolosi.
Non può perché Lo Uttaro è un'area di più di 220 mila mq. a poche centinaia di metri da un policlinico in costruzione (che se venisse aperta una nuova discarica non potrebbe più essere terminato), da un albergo a quattro stelle, dal centro direzionale della città di Caserta, ma soprattutto da 200mila abitanti di quattro diversi comuni. Area che, con le sue quattro discariche, in oltre 30 anni, ha ricevuto rifiuti di ogni natura e provenienza.Non può perché seppure venisse bonificata (ma tocca chiedersi, come afferma il geologo Ortolani, cosa significhi bonificare una zona che ospita almeno 6 milioni di mc di rifiuti) non lo sarebbe prima della fine del 2013. E Chiaiano chiuderà fra non più di sei mesi.Non può perché il progetto di bonifica del sito, finanziato con 15 milioni di Euro stanziati dalla Regione e 10 milioni di Euro provenienti dal governo, prevede la riqualificazione ambientale del sito, che non sarebbe compatibile con un'altra discarica, la cui realizzazione comporterebbe anche un rilevante danno erariale.Non può perché ha già sopportato un carico di inquinanti tale da costringere i sindaci dei Comuni della zona ad emettere ben due ordinanze di divieto di utilizzo dell'acqua dei pozzi per la presenza di elevate quantità di arsenico e metalli pesanti e il Ministero dell'ambiente a richiedere alle autorità locali, nella conferenza di servizi del dicembre 2008 per l'approvazione del piano di caratterizzazione, di accertare la necessità di vietare la coltivazione e l'allevamento del bestiame in tutta l'area circostante.
Non può perché una buona parte dell'area è sotto sequestro penale per "disastro ambientale" e nel procedimento penale in corso, ai sei indagati, è contestato lo smaltimento illecito di non trascurabili quantità di rifiuti pericolosi nella cava Mastropietro già interessata da sversamenti illeciti prima di essere scelta dal Commissariato nel 2007 come discarica per compensare il tracollo che sarebbe seguito alla chiusura della discarica di Villaricca.
Non può perché come ha ricordato l'Assessore regionale all'ambiente Walter Ganapini nel 2008: "Dai medici di base del casertano ci giungono segnali allarmanti sull'insorgenza, soprattutto a livello infantile, di leucemie e forme tumorali acclarate e che potrebbero avere una causa scatenante nell'inquinamento delle falde acquifere del territorio, in particolare del quartiere Acquaviva di Caserta, dove insiste la discarica "Lo Uttaro", in cui, per decenni, sono stati sversati rifiuti a elevata contaminazione".
Non deve perché non si può pensare di devastare ancor più di quello che si è fatto finora un territorio martoriato anche dalla presenza di ben due cementifici e di un'intensa attività cavatoria che, al di là di ogni norma e del buon senso, è stata recentemente oggetto di un provvedimento di ampliamento.
Non deve perché i nostri decisori politici devono capire che anche a Caserta, come nel resto della Campania, la popolazione è stanca di promesse non mantenute e di bugie reiterate. E se il governo ha deciso di eliminare 3 siti dal decreto 90/2008 per "rasserenare gli animi" dovrà preoccuparsi anche degli animi dei casertani.Non deve perché basterebbe mettere in funzione gli 11 impianti di compostaggio da tempo presenti in regione ed estendere la raccolta differenziata domiciliare a tutta la città di Napoli per evitare il temuto tracollo.
Per questo invitiamo l'autore dell'articolo "Rifiuti, Napoli incassa una nuova discarica", il giornalista Carlo Franco, e tutta la redazione di Repubblica Napoli a venire a Caserta per capire di persona perché Lo Uttaro non può e non deve rappresentare l'alternativa per compensare l'ennesimo tracollo di questa regione".

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